Pop Culture

GUARDA COSA MANGI! OGGI PREPARIAMO… il sushi di “Kill Bill”

“Kill Bill” era stato inizialmente pensato come un unico film, ma il materiale girato era talmente tanto che il produttore decise di farlo uscire in due capitoli. Il Volume Uno, uscito nel 2003, ci presenta la protagonista assoluta della storia, Beatrix Kiddo, detta La Sposa. Personaggio complesso e spettacolare, Beatrix è una killer dal nome in codice Black Mamba che si trova a cambiare vita quando rimane incinta. Scampata miracolosamente ad un’imboscata organizzata da Bill, il suo amante nonchè capo della sua spietata squadra di killer, si risveglia dopo quattro anni dal coma; scopre di aver perso la figlia che aspettava e decide di vendicarsi e di uccidere Bill. In un passaggio del film, Beatrix si reca in Giappone dal grande fabbro Hattori Hanzo, per una katana . Hanzo gestisce un locale di sushi e sake a Okinawa e mentre i due parlano, lui prepara un piatto di sushi. Ci servono 100 gr di filetto di orata, 100 gr di filetto di salmone, 100 gr di ventresca di tonno, rafano grattuggiato, soia e zenzero sottaceto. Prima però prepariamo il riso, scegliendo 600 gr di riso specifico per il sushi, da lavare e sgocciolare. Per cuocerlo, versiamo il riso in una pentola con poco più di mezzo litro di acqua e facciamolo bollire coprendo la pentola con un coperchio per 10/12 minuti a fuoco basso e altri 10/12 a fuoco medio. Nel frattempo prendiamo 150ml di aceto di riso, 50 gr di zucchero e 10 gr di sale e prepariamo una soluzione, scaldando a bagnomaria finchè zucchero e sale non si sciolgono, senza far bollire. Quando il riso è pronto, stendiamolo ancora caldo su una superfice di legno, meglio un vassoio precedentemente inumidito, allargandolo con un cucchiaio di legno, sempre umido. Ci spruzziamo poi sopra una buona parte della soluzione di aceto, zucchero e sale e mescoliamo. La soluzione evaporerà man mano che il riso si raffredda, rimanendo comunque appiccicoso e compatto. Nel frattempo tagliamo i filetti di pesce a fette sottolissime. Con le mani umide di soluzione, formiamo dei piccoli cilindri di riso, su cui appoggeremo le fettine di pesce. Serviamo mettendo i pezzi di sushi su un vassoio, con vicino ciotoline con soia, zenzero e rafano. Curiosità: l’idea per Kill Bill nacque durante una chiacchierata tra Quentin Tarantino e Uma Thurman già mentre giravano Pulp Fiction! A causa degli impegni di entrambi il progetto rimase accantonato fino al 2000, quanto Tarantino scrisse la sceneggiatura del film e la regalò alla Thurman per il compleanno.

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HAPPY BIRTHDAY HARRY POTTER !

Tanti auguri a Harry Potter, splendido quarantacinquenne! Ebbene sì, il maghetto creato dalla penna di J.K. Rowling è nato il 31.07.1980 e quindi quest’anno raggiunge il traguardo dei 45 anni. La citazione nel titolo dell’articolo è ovviamente riferita alla prima torta di compleanno che Harry Potter riceve nella sua vita: il giorno del suo undicesimo compleanno, infatti, riceve per la prima volta una torta! “Allora Harry” disse il gigante voltando le spalle ai Dursley, “buon compleanno! Ho una cosetta per te… mi sa che a un certo punto mi ci sono sedto sopra, ma il sapore sarà ancora buono”. Da una tasca interna del suo pastrano nero estrasse una scatola leggermente schiacciata. Harry l’aprì con dita tremanti. Dentro c’era una torta al cioccolato grossa e appiccicosa con su scritto, a lettere verdi di glassa: Buon compleanno Harry. Dopo aver letto il passaggio del libro, osserviamo la torta come proposta nel film. La scritta appare sgrammaticata. Anzichè Happy Birthday, Hagrid scrive infatti Happee Birthdae. Ma… perchè? Nel film, Hagrid è rappresentato come goffo e poco istruito. Il dettaglio dello spelling errato va quindi a sottolineare il fatto che il mezzo gigante non ha completato la sua formazione a Hogwarts (è stato espulso ma, grazie al buon cuore di Silente, è rimasto al castello come guardiacaccia). Questo dettaglio aiuta a caratterizzare il personaggio, mostrando sì la sua gentilezza e buon cuore – si è ricordato del compleanno di Harry e ha pensato di fargli una torta – ma anche la sua educazione incompleta. Nel libro però questo errore non c’è! L’ortografia, nel primo volume della saga di Harry Potter, è infatti corretta. Scelta stilistica per il film … brivido di disappunto per i cultori del libro. Eppure, si può definire potteriano chiunque sia fan della saga, sia che l’abbia letta, sia che ne abbia visto i film. Queste e altre inesattezze però sono divenuti sunti di conversazione (e di scontro) soprattutto online, come il colore degli occhi dell’attore scelto per interpretare Harry, il fatto che Hermione non sia mai stata bruttina, ecc. Ma torniamo al festeggiato! Come mai Harry Potter è nato proprio il 31 luglio 1980? Il maghetto condivide il giorno di nascita con la sua creatrice, la scrittrice britannica J. K. Rowling. Il nome completo è Harry James Potter, ma molti lo conoscono come “il bambino / il ragazzo che è sopravvissuto” o “il prescelto”. Nasce a Godric’s Hollow (luogo immaginario), dove vive fino alla notte di Halloween dell’anno seguente. Il 31 ottobre 1981 infatti Lord Voldemort, il mago oscuro, giunge nel villaggio e ne uccide la madre e il padre, ma non riesce ad uccidere il piccolissimo Harry. Il bambino viene recuperato dalla casa da Sirius Black (amico dei genitori e padrino di Harry) e Rubeus Hagrid. Proprio quest’ultimo lo porta dagli zii Petunia e Vernon Dursley (babbani, ovvero non magici), per ordine di Albus Silente. Circa dieci anni dopo, nel giorno dell’undicesimo compleanno di Harry, è sempre Hagrid a recuperare (o è meglio dire salvare?) il bambino e portarlo a Hogwarts. In quella occasione, consegna la torta sopra menzionata. La nascita letteraria del personaggio avvenne però un decennio dopo, come dice la sua autrice. Mentre aspettava un treno in ritardo, da Manchester a Londra, nel 1990, la Rowling immaginò il personaggio di Harry Potter per la prima volta. La prima apparizione pubblica invece è del 1997, anno di pubblicazione del romanzo “Harry Potter e la pietra filosofale”. Nel primo libro, questa data, il 31 luglio, è fondamentale: è nel giorno del suo undicesimo compleanno infatti che Harry scopre di essere un mago, la sua vera identità e ciò che lo attende a Hogwarts. Si tratta quindi di un giorno magico, quello che segna la svolta, l’iniio della sua avventura magica. Oltre a coincidere con il compleanno della sua autrice, il 31 luglio ha un significato particolare, per chi vuole porre attenzione ai numeri della saga potteriana. Si tratta infatti della fine del settimo mese dell’anno e sette sono anche i volumi della saga, sette gli anni scolastici di Hogwarts, sette gli Horcrux scelti da Voldemort e sempre sette le volte in cui lo stesso Voldemort si è scontrato con Harry Potter. Harry è, di fatto, IL settimo Horcrux. Sette sono le classi obbligatorie da seguire una volta a Hogwarts, sette sono i piani del castello. Sette sono i fratelli Wesley, sette il numero della maglia del Quiddich di Harry e sette i giocatori per squadra. Sette è il numero di lettere dei cognomi di Ron e Hermione (Weasley e Granger), gli amici più cari di Harry Potter. Sette sono le tipologie di incantesimo, sette pollici la lunghezza della bacchetta magica di Harry, sette i galeoni che ha pagato per averla. Se volete ulteriori “sette”, trovate il tutto nella pagina dedicata di Potterpedia.it. Sette è anche il numero che appare nella profezia della professoressa Cooman: Ecco giungere il solo col potere di sconfiggere l’Oscuro Signore, nato da chi lo ha tre volte sfidato, nato sull’estinguersi del settimo mese. L’Oscuro Signore lo designerà come suo eguale, ma egli avrà un potere a lui sconosciuto. E l’uno dovrà morire per mano dell’altro, perchè nessuno dei due può vivere se l’altro sopravvive. (Harry Potter e l’Ordine della Fenice) Attenzione però! Come dice la profezia, è stato Voldemort a scegliere Harry Potter come suo eguale, cercando di ucciderlo quella notte del 1981. Però … quel bambino poteva non essere Harry. Infatti, il giorno prima di Harry è nato Neville Paciock, i cui genitori facevano parte dell’Ordine della Fenice ed erano sfuggiti a Voldemort per tre volte. La profezia parla indubbiamente di Harry, avendo Voldemort compiuto la sua scelta, rimasta indelebile sulla fronte del maghetto: la famosa cicatrice. Allora, in ritardo, auguri anche al meraviglioso Neville Paciock (Neville Longbottom in inglese), nato il 30 luglio 1980, sicuramente uno dei personaggi più interessanti della saga. Subisce una lenta ma decisiva trasformazione, diventando un personaggio importante anzi essenziale per la storia. Come ha detto IGN, Neville è “la quintessenza dell’incapace trasformatosi in eroe”. Ps. si

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GUARDA COSA MANGI! OGGI PREPARIAMO… i fagioli alla messicana di “Lo chiamavano Trinità”

“Lo chiamavano Trinità” è un film western, ma anche una commedia. Il protagonista, Trinità, è un pistolero di buon cuore, rilassato – anzi pigro – che arriva nella cittadina dove suo fratello, Bambino, sotto mentite spoglie di sceriffo, è un ladro di bestiame. Il film del 1970 è stato girato tra il Lazio e l’Abruzzo, ma l’ambientazione è quella tipica del Far West della fine dell’800. “Lo chiamavano Trinità” è un tipico spaghetti-western, ossia un film italiano che però richiama l’atmosfera del far west, con l’indimenticabile coppia Bud Spencer – Terence Hill, all’anagrafe Carlo Pedersoli e Mario Girotti. I due scelsero nomi d’arte più “dal suono americano” proprio per il marketing legato a questa tipologia di film. La colonna sonora del film è spettacolare, soprattutto il tema principale, Trinity, divenuto famosissimo. Il film ebbe un seguito, “Continuavano a chiamarlo Trinità”, che si somma ai numerosissimi film del duo Spencer – Hill. Una scena molto famosa del film è quella in cui Terence Hill, con grande appetito, si mangia i “fagioli alla messicana”. In realtà quelli del film sono una versione italianizzata degli stessi. La ricetta originale richiede 400 gr di fagioli borlotti o cannellini, 1 cipolla bianca, peperoncino fresco o in polvere, 2 spicchi d’aglio, 200 gr di passata di pomodoro e 100 gr di salsiccia, 2 cucchiai di olio d’oliva, sale, pepe e un cucchiaino di zucchero. Dopo aver preparato il soffritto con cipolla, peperoncino e aglio, aggiungere in pentola la salsiccia sbriciolata, facendola rosolare bene. Aggiungiamo poi la passata di pomodoro, zucchero, sale e pepe, lasciando cuocere per un quarto d’ora. Unire alla fine i fagioli, mescolando senza romperli, per alcuni minuti. Possono essere il piatto principale, se aggiungiamo dei crostini, oppure il contorno ad un secondo piatto. Curiosità: Sia Bud Spencer che Terence Hill, pur essendo italiani, venivano doppiati nei film. La voce di Bud Spencer era di Glauco Onorato, quella di Terence Hill – nei film sopra menzionati – era di Pino Locchi. Perchè venivano doppiati? Bud aveva un marcato accento napoletano e la sua pronuncia specifica era un ostacolo alla volontà di rendere i film più fruibili al mercato nazionale e internazionale. Terence aveva una voce considerata non adatta, con un forte accento veneziano. Negli ultimi anni il pubblico ne ha conosciuto la vera voce grazie alla serie Tv “Don Matteo”, nel quale ha un accento molto americano, acquisito dopo aver vissuto con la moglie negli USA per più di trent’anni. Gli spaghetti-western nascono sulla scia dei film western anni sessanta e settanta, riprendendone lo stile ma sostituendo le consuete sparatorie , soprattutto nel caso della coppia Spencer – Hill, con sonora scazzottate, che erano il loro “marchio di fabbrica”.

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40 ANNI DI “RITORNO AL FUTURO”

Il 3 luglio 1985, 40 anni fa, usciva nelle sale americane il film  che è diventato un cult: il primo capitolo della trilogia “Ritorno al futuro”. Il protagonista, Marty McFly (Michael J Fox), si ritrova catapultato nel futuro grazie all’invenzione di Doc – Emmett Brown (Christopher Llyoyd). La macchina del tempo è di fatto una vera macchina, la DeLorean DMC-12. Una volta portata a 88 miglia orarie infatti la macchina del tempo si attiva e trasporta Martin nel 1955.  Per tornare “nel futuro” Martin dovrà farsi aiutare da un giovane Doc. Nel frattempo incontrerà e farà innamorare i suoi genitori, non senza gag esilaranti dovute alla diversa conoscenza del mondo. Il film è pieno di trovate geniali ed ha un ritmo incalzante.Ha avuto quattro nomination agli Oscar ma ha vinto solo una statuetta, per il miglior montaggio sonoro (1986). In Italia è uscito nelle sale il 18 ottobre 1985. Una colonna sonora pazzesca, l’ironia di Michael J. Fox e l’assurdità / genialità della storia sono state le colonne fondanti del successo della saga. Molti marchi videro il successo anche grazie al film: la DeLorean divenne una macchina cult e anche Nike e Rayban sono marchi ben presenti nel film. Alcune curiosità sul film: Lloyd, per interpretare Doc, si ispirò ad Albert Einstein, in particolare per l’eccentricità e la capigliatura, e a Leopold Stokowski, direttore d’orchestra di Fantasia 2000. La scena finale dell’orologio doveva essere completamente diversa. Inizialmente si era pensato a un’esplosione atomica in un sito di test nucleari in Nevada che avrebbe fornito la potenza per il viaggio nel tempo. Successivamente si optò per un fulmine che colpisce il tribunale di Hill Valley. Nell’idea iniziale della pellicola la macchina del tempo sarebbe dovuta essere un frigorifero!        

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GIORNATA MONDIALE DELLE GIRAFFE … la conosci Fortunata?

“Restano solo circa 117.000 giraffe in natura. Questo significa che in Africa esiste una sola giraffa ogni quattro elefanti. Una situazione preoccupante per il futuro di questo iconico animale, indicata dalle ultime stime della Giraffe Conservation Foundation (GCF), che ha registrato un calo complessivo nei numeri negli scorsi decenni. Recenti studi dimostrano come le quattro specie di giraffa (settentrionale, reticolata, masai e meridionale) -nonostante la vicinanza dei loro areali- vivano in un “isolamento riproduttivo” che a causa della selezione di comportamenti o meccanismi specifici impedisce loro di incrociarsi.” Inizia così l’articolo sul sito del WWF… ed è abbastanza spaventoso, no? (per ulteriori informazioni, rimandiamo al sito del WWF). Meno di 120.000 giraffe in natura! Un dato davvero preoccupante! Per questo è stata istituita la Giornata Mondiale delle Giraffe. La data scelta è il 21 giugno, la giornata più lunga dell’anno. Riconoscibili grazie al loro collo lunghissimo, le giraffe sono animali esotici molto affascinanti. Diversi studi hanno confermato che il collo della giraffa era inizialmente molto più corto e l’evoluzione ha portato a prediligere il collo lungo. C’è però una giraffa dal collo corto divenuta famosa negli ultimi anni. Si chiama Fortunata ed è la protagonista del libro “Il Signori Giraffa aspettano un cucciolo”, disponibile sul sito Land Editore e su Amazon. Fortunata è una giraffa diversa dalle altre: è stata attesa a lungo e, quando è nata, è stato subito chiaro che fosse diversa dalle altre.    LEI È PERFETTA!, Dissero in coro Guardandosi dolci tra di loro. “Se il collo è corto, ma che ci importa! Se è diversa da noi, non è una vergogna!”   Quelle sopra riportate sono le parole dei Signori Giraffa, i genitori di Fortunata. L’albo illustrato parla ai bambini ma anche agli adulti, ponendo l’accento sull’accettazione della diversità, sul pregiudizio e sulla discriminazione come elementi da combattere. Una storia per tutti, una coccola in particolare per le famiglie e le comunità che vivono la diversità ogni giorno.    

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