Di Cristina Ferri

Cime Tempestose: romance o novel vittoriano?
Qual è la differenza tra novel e romance nella cultura vittoriana?
Paolo Bertinetti, nel suo libro Storia della letteratura inglese, scrive:
«Nell’edizione dell’Enciclopedia Britannica del 1842, lo scozzese George Moir pubblica il saggio Modern Romance and Novel, in cui distingue, nell’ambito del romanzo, due classi:
- il romance in cui l’interesse della narrativa si svolge principalmente verso il meraviglioso e gli incidenti inconsueti;
- il novel in cui gli avvenimenti sono adattati al normale corso degli eventi umani, e allo stato moderno della società.
Il romance rifiuta la centralità del novel, il valore «sociale» dato dalla rappresentazione fedele e veritiera della vita quotidiana, il controllo etico affidato alla voce del narratore onnisciente, spesso sostituito da un io narrante assai più problematico.»
E ancora:
«Difficile è situare in una classificazione di genere la narrativa delle sorelle Brontë, che ha numerosi punti di contatto con il novel vittoriano. E, tuttavia, l’intensità con cui vengono rappresentate vicende individuali, ci inducono a lasciare i sette romanzi delle sorelle Brontë nell’area del romance.»
Ma quali erano le caratteristiche della scrittura delle donne nel periodo vittoriano?
Vediamole insieme:
- l’affermazione della centralità della figura dell’eroina in cerca di identità e di una voce autonoma, anche attraverso l’indipendenza economica;
- uno sguardo attento allo spazio della domesticità;
- il ricorso all’autobiografia;
- l’intreccio di motivi favolistici, gotici e sensazionalistici;
- la disanima, a tratti spregiudicata, dei desideri delle donne.
Se parliamo della passione, dell’intensità dei sentimenti umani nonché di una forte introspezione psicologica dei personaggi non possiamo non citare Cime Tempestose di Emily Brontë, pubblicato nel 1847.
L’eroina del romanzo è una giovane ribelle con l’animo in continua e perpetua rivolta. Catherine è una ragazzina sfrontata, libera, egoista, a lei non interessa affatto il pensiero degli altri, decide deliberatamente di non rispettare le forme, l’etichetta. Non le importa se a causa del suo comportamento irriverente verrà richiamata da suo padre o, più tardi, da suo fratello Hindley. Tutto ciò che desidera è passare le giornate nella brughiera insieme al suo caro amico Heathcliff, comunemente chiamato “lo zingaro”, il “bifolco.” Infatti, Heathcliff incarna tutte le caratteristiche di un giovane poco rispettabile: sporco, mal vestito, scuro di carnagione, sguardo duro, lunghi riccioli sulla fronte che ricordano la criniera di un cavallo. I suoi occhi scuri assomigliano a due pozze infernali per quanto inespressivi e le sopracciglia nere sono perennemente unite fra loro per via di quella sua espressione feroce, di continuo malcontento. Il ragazzo viene cresciuto dal padrone di Wuthering Heights come un vero privilegiato, suscitando la gelosia di Hindley. Catherine sembra tuttavia essere dalla parte di Heathcliff; “le loro anime sono affini”, scrive l’autrice, e il legame che li unisce vuole sfidare le differenze sociali.
Quando la giovane Catherine incontra il bel Linton, sembra atteggiarsi a gran dama, ritrovando la sua classe e la sua eleganza perduta, suscitando al contempo la vergogna e lo sdegno dello “zingaro”, non abituato a vedere la sua amica ben vestita, d’un tratto così differente, lontana da lui.
Catherine si accorge sin da subito delle differenze che caratterizzano i due giovani: non solo nell’aspetto e nell’educazione, Linton sembra essere delicato anche nel modo di porsi, di parlare, di muoversi, di pensare.
Heathcliff invece è rude, rozzo, alla mano e viene chiamato dalla famiglia di Linton “il bestemmiatore”. La morte del padrone gli toglierà inoltre il privilegio del sapere e della conoscenza, allontanandolo ancora di più dai signorini.
“Il lavoro duro, che iniziava all’alba e terminava a notte fonda, aveva spento in lui il desiderio di sapere e la passione per i libri.”
Il ragazzo, che incomincia a lavorare duramente, viene trattato al pari di un comune servitore, anche se agli occhi della giovane Catherine resterà sempre una parte fondamentale della sua infanzia e della sua vita.
Una scrittura veloce, incapace di annoiare, dominata dalla tragedia e dalle passioni umane. Sembra quasi di udire le campane della cappella di Gimmerton, il mormorio del fiume, il frusciare delle foglie, il vento pungente che sfrega le guance.
Ma cosa fare quando il cuore è diviso a metà? Come agire quando la presenza di un uomo potrebbe degradare la tua posizione ma al contempo divenire la tua unica fonte di felicità?
È questo quello che si chiede la giovane protagonista, lacerata dai suoi stessi dubbi:
Il mio amore per Linton è simile alle foglie dei boschi. So che il tempo lo muterà, come l’inverno muta gli alberi… ma il mio amore per Heathcliff somiglia alle rocce eterne sotto di noi… una sorgente di gioia poco visibile, ma necessaria. Nelly, io sono Heathcliff… lui è sempre, sempre nella mia mente… non come un piacere, non più di quanto io sia un piacere per me stessa, ma come il mio stesso essere, perciò non parlatemi più di separazione… è impossibile…è…
Nel romanzo troviamo una passione sfrontata, incontenibile, a tratti palpabile. Un amore quasi simbiotico che sfocia nell’ossessione e la cui assenza genera odio, dolore, solitudine, depressione, voglia di vendetta.
“Io sono Heathcliff…” afferma Catherine con passione e ardore, ribellandosi ai canoni imposti dalla società. È incapace di mentire al proprio cuore e anche timorosa di distruggere la propria vita:
Ma ora per me sposare Heathcliff significherebbe degradarmi, perciò non gli dirò mai quanto lo amo, e non perché sia attraente, Nelly, ma perché lui è me più di quanto io stessa lo sia. Di qualunque sostanza siano fatte le anime, le nostre sono uguali, mentre quella di Linton è diversa, come un raggio di luna è diverso dal lampo, o il ghiaccio dal fuoco.
Una passione folle, un io struggente in grado di empatizzare sin da subito con il lettore, al punto da fargli desiderare un agognato lieto fine a discapito di tutto.
Se pure l’amasse con tutte le forze del suo cuore striminzito, in ottant’anni non riuscirebbe ad amarla quanto la amo io in un giorno.
Passione, solitudine, odio e vendetta sono le tematiche di quest’opera ancora oggi così apprezzata e amata.
Resta sempre con me, prendi qualunque forma, fammi impazzire! Ma non lasciarmi in questo abisso, dove non posso trovarti!
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