Di Cristina Ferri

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Fine del secondo matrimonio
Mary Stuart rimane incinta e, in aggiunta alla rottura che questo matrimonio ha portato con il fratellastro e la cugina Elisabetta, ben presto scopre di essere ancora più sola. L’uomo che ha sposato si rivela infatti malvagio, rozzo, e ben lontano da quei versi poetici tanto amati dalla sovrana. «Parla rozzamente e ad alta voce, si ubriaca coi suoi compagni e, una volta che la regina cerca di allontanarlo da tale indegna compagnia, la tratta in maniera così mortificante che essa scoppia a piangere per questa pubblica umiliazione.»[2]
Adirata per essersi concessa a un uomo simile, Mary finisce per togliergli tutto e si avvicina sempre più a Davide Rizzio, un musicista che ben presto finisce per divenire importante nella sua corte, fino a raggiungere la posizione di suo segretario.
Questa vicinanza non fa che aumentare il malcontento dei lord protestanti, timorosi della sconfitta della Riforma, e del marito stesso, che non si sente più messo al centro dell’attenzione.
L’uccisione di Rizzio
I pettegolezzi a corte corrono veloci, e quando alle orecchie del re ormai messo da parte arriva la voce che sua moglie potrebbe intrattenersi anche di notte con questo suo nuovo amico, impazzisce.
Proprio come Otello, che cade nella trappola della gelosia e arriva a perdere il senno a seguito di un semplice dubbio esternatogli da Iago, un singolo fazzoletto diventato la prova tangente dell’infedeltà di Desdemona, così Mary Stuart passa dall’essere considerata una moglie devota a traditrice. «I sospetti sono per loro stessa natura come veleni» scriveva Shakespeare nel III atto.
Ma la sete di vendetta di questo marito rozzo e geloso non si limita alla sola uccisione di Davide Rizzio; l’uomo ha infatti in mente un piano: sua moglie deve assistere alla morte dell’amante.
La notte dell’assassinio di Rizzio, Mary Stuart rimane impotente dinanzi all’ira di Darnley. Non può fare nulla per salvare il suo amico dalla morte, ma nel suo cuore si instilla una certezza: non perdonerà mai suo marito per la sua assurda crudeltà. Per lei, quel 9 marzo, suo marito è morto assieme a Rizzio.
Gli anni di rivalità con sua cugina Elisabetta l’hanno resa un’abile giocatrice; il modo in cui colpirà suo marito sarà mediante l’inganno.
In seguito all’uccisione di Rizzio, segregata da Darnley, con l’astuzia riesce a vincere questa prima battaglia contro di lui. Finge di avere le doglie, e il marito, preoccupato, l’assiste. In quest’occasione Mary Stuart riserva al marito dolci parole ma nel suo intimo cova un odio e una rabbia mai provati prima. «Solo il pensiero della vendetta occupa ora la sua mente» scrive Zweig. Davide Rizzio sarà vendicato, e il re di Scozia, dopo aver perso ogni influenza sulla corte, verrà ucciso.
La discesa di Darnley
Dopo essersi fatta liberare con l’astuzia, Mary punisce il marito pubblicamente, e nel modo più meschino: mettendogli tutta la corte e i lord contro. Gli fa dichiarare apertamente di non aver messo in atto la morte di Rizzio, e una simile menzogna, dopo aver tanto complottato, si ripercuote contro di lui. Da quel momento Darnley sarà solo, e pagherà a caro prezzo l’uccisione di Rizzio.
La nascita di Giacomo
Mary lascia Holyrood e si reca a Edimburgo per partorire. Il 9 luglio nasce Giacomo, futuro unificatore del regno di Scozia e Inghilterra.
Per paura che possano dichiarare suo figlio illegittimo, a causa degli stessi pettegolezzi che hanno portato all’assassinio di Rizzio, Mary Stuart afferma solennemente che Darnley è il padre del bambino.
Dopo il parto, il re comincia a divenire sempre più insignificante a palazzo. Non ha voce in capitolo, non viene chiamato durante le riunioni e viene rifiutato dalla moglie in camera da letto.
La sovrana vorrebbe tanto liberarsi di lui, ma deve resistere: presto Giacomo sarà battezzato, e lei non vuole che la legittimità di suo figlio venga compromessa. Si limita dunque a ignorare il marito, a trattarlo come una nullità.
Sarà inevitabile, visti gli eventi, che il cuore di Mary Stuart inizi a pulsare per un altro uomo, un uomo che la dominerà completamente… Un uomo che ha già tutto, e che non si farebbe mai prendere in giro come Darnley
[1] Dal testo di Stefan Zweig, Vita di Maria Stuarda: la rivale di Elisabetta I d’Inghilterra, Bompiani, 2013, si legge che questo è l’appellativo che Mary Stuart darà a suo marito Darnley
[2] Stefan Zweig, Vita di Maria Stuarda: la rivale di Elisabetta I d’Inghilterra, Bompiani, 2013