Febbraio 2025

Tu li conosci i Collage

Vintage Girls: tu li conosci i Collage?

Hai mai sentito nominare questa band, i Collage? E perché te ne sto parlando proprio io? Sì, oramai sei abituat* ai miei argomenti vintage, quindi non dovrebbero sembrarti strani. Però, anche questa volta, posso garantirti che c’è un motivo, e te lo spiegherò alla fine, dopo averti raccontato un po’ di loro. I Collage: chi sono I Collage sono stati un gruppo musicale italiano che ha riscosso grande successo soprattutto a cavallo tra gli anni ’70 e gli anni ’80, noto per il loro stile pop e per le sonorità tipiche di quel periodo. La band è famosa soprattutto per il brano Tu mi rubi l’anima, con cui ottiene il secondo posto al Festival di Sanremo nel 1977, che ha ottenuto un buon successo e ha contribuito a definirne la carriera. Il loro sound era caratterizzato da melodie romantiche e arrangiamenti tipici della musica pop dell’epoca. Dopo il periodo di maggior successo, il gruppo ha continuato a esistere in forme diverse, ma non ha mai raggiunto la popolarità degli anni ’80. Tuttavia, ancora oggi e con una formazione diversa, la band continua la sua produzione musicale. I Collage: Tu mi rubi l’anima Ho ripetuto il titolo di questo brano svariate volte. C’è un perché. Era il primo titolo scelto da me e dalla mia partner in crime Arianna Ciancaleoni per il nostro primo libro a quattro mani, quello che ora invece si chiama “Quel maledetto concerto”. Tutta la storia prende il via da questo brano, da quando un giorno di tantissimi mesi fa una Nelli circospetta ha domandato a una Arianna che non sapeva di star per conoscere la canzone più importante della sua vita: “Ehi, ma tu la conosci questa canzone?” Tutto il resto, come si suol dire, è storia.    

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Perché l’élite culturale osteggia il romance: quando le donne parlano d’amore e di sesso danno fastidio

Il romance è il genere letterario più venduto al mondo, eppure viene costantemente sminuito e attaccato dall’intellighenzia culturale. Nonostante milioni di lettrici e lettori ne apprezzino le storie, chi si occupa di critica letteraria lo considera un prodotto di serie B, frivolo e privo di valore artistico. Ma perché tanto accanimento? La risposta è semplice: il romance dà voce alle donne, ai loro desideri e alla loro sessualità, e questo continua a infastidire il mondo culturale, ancora dominato da una visione maschile e patriarcale della letteratura. Il pregiudizio contro il romance: una questione di genere Il disprezzo nei confronti del romance è strettamente legato al fatto che sia scritto e letto prevalentemente da donne. La cultura dominante ha sempre faticato ad accettare che le donne parlino apertamente di amore e desiderio, due temi ritenuti politicamente scomodi. Non è un caso che generi considerati più “maschili”, come il noir o la fantascienza abbiano ottenuto nel tempo il loro riconoscimento culturale, mentre il romance viene ancora relegato alla categoria dei romanzi di consumo, privi di profondità e valore. Eppure grandi autrici della storia, da Jane Austen a Charlotte Brontë, fino a Paullina Simons, hanno raccontato storie d’amore che sono diventate veri e propri capolavori letterari. Amore e sesso scritti dalle donne: uno scandalo che persiste Un altro elemento che disturba l’élite culturale è il modo in cui il romance tratta la sessualità. Nei romanzi sentimentali, il desiderio femminile non è un tabù, ma una parte fondamentale della narrazione. Le protagoniste dei romance non subiscono la passione, la scelgono e la vivono, diventando soggetti attivi del loro destino amoroso e sessuale. Questa libertà narrativa è scomoda. La società è ancora troppo abituata all’idea che la sessualità femminile debba essere controllata, repressa o raccontata attraverso una lente maschile. Il romance, invece, ribalta questo schema: le protagoniste sono padrone della loro storia, scelgono i loro partner e, spesso, ottengono il lieto fine senza dover sacrificare il proprio desiderio. Il mito della “vera letteratura” e il doppio standard culturale L’élite intellettuale spesso stabilisce confini rigidi tra ciò che è considerato letteratura alta e ciò che è narrativa di consumo. Ma chi decide cosa è arte e cosa non lo è? Il romance viene escluso dai circoli della letteratura “seria” nonostante abbia un impatto profondo sulla cultura popolare e sulla vita delle lettrici. La verità è che esiste un doppio standard: romanzi che trattano gli stessi temi – amore, relazioni, passione – ma scritti da uomini vengono accolti con rispetto, mentre le storie d’amore scritte da donne vengono derise. Il romanzo sentimentale è visto come un guilty pleasure, qualcosa di cui vergognarsi, invece di essere riconosciuto come un genere letterario con una dignità propria.   Una nuova antologia che celebra il romance: “Qualcuno arresti Cupido” Proprio per ribadire l’importanza del romance e la sua capacità di raccontare le emozioni con autenticità e profondità, arriva una nuova imperdibile antologia: “Qualcuno arresti Cupido”, curata da Isabella Vinci e pubblicata da Land Editore. Questa raccolta di racconti, firmata da autrici talentuose come Eli Mur, Lisbeth Queen, Giorgia Biticchi, Isabella Vinci, Barbara Cartridge, Cinzia Fiori Ricci, Anna Lisa Manotti e Samantha Bolanaz, esplora l’amore in tutte le sue sfaccettature, tra passione, ironia e colpi di scena. Un libro che dimostra ancora una volta quanto il romance sia un genere vivo, amato e in continua evoluzione. “Qualcuno arresti Cupido” sarà disponibile da Giovedì 13 Febbraio su Amazon e su Land Editore.it Scopri Cupido è fuori controllo e sta scoccando frecce ovunque, senza alcun criterio. Tra storie d’amore impreviste, incontri del destino e relazioni che sfidano ogni logica, questa raccolta di racconti esplora l’amore nelle sue mille sfaccettature: dal dolce al bizzarro, dal tenero al travolgente. Perché si sa, l’amore è imprevedibile, ironico e, a volte, anche un po’ pasticcione. Se poi ci si mette di mezzo Cupido, il caos è assicurato! Scopri Land Magazine admin Febbraio 10, 2025 Perché l’élite culturale osteggia il romance: quando le donne parlano d’amore e di sesso danno fastidio Il romance è il genere letterario più venduto al mondo, eppure viene costantemente sminuito e attaccato dall’intellighenzia culturale. Nonostante milioni di lettrici e lettori ne apprezzino le storie, chi si Read More admin Febbraio 10, 2025 10 Febbraio 1840: Il Matrimonio della Regina Vittoria e del Principe Alberto, un’unione d’amore Il 10 febbraio 1840, la giovane regina Vittoria sposò il principe Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha, dando vita a uno dei matrimoni più celebri della storia britannica. La loro unione non fu Read More admin Febbraio 9, 2025 Recensione di Macbeth: Shakespeare’s The Broken Throne Series di Jennifer P. I retelling delle opere di Shakespeare sono sempre un terreno insidioso: si rischia di perdere la potenza del testo originale o, al contrario, di rimanere troppo fedeli senza offrire nulla Read More admin Febbraio 9, 2025 Dostoevskij in pillole: i suoi libri spiegati in poche parole Oggi, 9 febbraio, ricordiamo il maestro della sofferenza interiore, il re del tormento esistenziale, il guru della disperazione russa: Fëdor Michajlovič Dostoevskij. Lo scrittore che ha trasformato la crisi d’identità Read More Antonella Benedetto Febbraio 9, 2025 Recensione “Dieci ultime volte”, l’ultimo libro di Mia Another A cura di Ci sono libri che ti chiamano, per mesi e mesi, un po’ come il canto di una sirena. Con Dieci ultime volte è stato così. All’inizio non Read More admin Febbraio 9, 2025 Dostoevskij in Siberia: gli anni di lavori forzati che segnarono il suo destino letterario Fëdor Dostoevskij è considerato uno dei più grandi scrittori della letteratura russa e mondiale, ma pochi sanno che una parte cruciale della sua formazione intellettuale e umana avvenne tra il Read More admin Febbraio 9, 2025 9 febbraio 1881: La morte di Dostoevskij e l’eredità di Delitto e castigo Il 9 febbraio 1881 si spegneva a San Pietroburgo uno dei più grandi scrittori della storia, Fëdor Michajlovič Dostoevskij. 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10 Febbraio 1840: Il Matrimonio della Regina Vittoria e del Principe Alberto, un’unione d’amore

Il 10 febbraio 1840, la giovane regina Vittoria sposò il principe Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha, dando vita a uno dei matrimoni più celebri della storia britannica. La loro unione non fu soltanto un evento romantico, ma un legame che avrebbe plasmato la monarchia e la società britannica, segnando l’inizio di un’epoca di grande progresso: l’Età Vittoriana. Un incontro destinato a cambiare la storia Vittoria e Alberto erano cugini di primo grado, entrambi discendenti di re Giorgio III. Il loro primo incontro avvenne nel maggio 1836, quando Alberto e il fratello Ernesto furono invitati a Kensington Palace dalla madre di Vittoria, la duchessa di Kent. Questa visita fu orchestrata dallo zio comune, Leopoldo I del Belgio, che sperava di favorire un’unione tra i due giovani. Nonostante Vittoria trovasse Alberto affascinante e di buon cuore, non si sentì pronta per il matrimonio. Ma quando il principe fece nuovamente visita in ottobre 1839, Vittoria si rese conto di provare sentimenti profondi per lui. Poiché in quanto sovrana spettava a lei fare la proposta, fu Vittoria stessa a chiedere ad Alberto di sposarla il 15 ottobre 1839. L’annuncio ufficiale del fidanzamento avvenne il 23 novembre 1839, e le nozze furono fissate per il 10 febbraio 1840. La cerimonia nuziale: un evento memorabile La cerimonia si svolse nella Cappella Reale di St. James’s Palace, a Londra, in una fredda e piovosa giornata invernale. Vittoria scelse di indossare un abito bianco, una scelta che all’epoca era insolita, ma che da quel momento in poi divenne la norma per le spose di tutto il mondo. Il vestito, realizzato in raso di seta con dettagli in pizzo Honiton, era accompagnato da un lungo velo e una corona di fiori d’arancio, simbolo di purezza e fertilità. Alberto, invece, indossava un’uniforme da ufficiale britannico con il mantello rosso, apparendo imponente e regale accanto alla giovane regina. La cerimonia fu un evento sontuoso, con la presenza di duemila ospiti, tra cui membri della nobiltà, diplomatici e dignitari europei. Dopo lo scambio degli anelli e i voti nuziali, gli sposi lasciarono la cappella sotto una pioggia battente, accolti dall’entusiasmo della folla londinese che li acclamava. Dopo la cerimonia si svolse un ricevimento a Buckingham Palace, dove si tenne un banchetto regale in onore della coppia. Un matrimonio basato sull’amore e sulla collaborazione A differenza di molte unioni reali del passato, quello tra Vittoria e Alberto era un matrimonio d’amore. I due coniugi condividevano un profondo affetto reciproco e una visione comune per il futuro della monarchia britannica. Nonostante inizialmente Alberto fosse visto con diffidenza dall’aristocrazia inglese, che lo considerava un “principe straniero senza potere”, riuscì ben presto a conquistare il rispetto della nazione grazie alla sua intelligenza, dedizione e senso del dovere. Alberto divenne un consigliere fidato della regina, aiutandola nelle decisioni politiche e modernizzando l’amministrazione reale. Si impegnò molto attivamente nella promozione delle arti, delle scienze e dell’istruzione, e favorì importanti riforme sociali. La loro unione fu benedetta dalla nascita di nove figli, molti dei quali sposarono membri di altre famiglie reali europee, facendo guadagnare a Vittoria il soprannome di “Nonna d’Europa”. Ancora oggi la loro storia continua ad affascinare gli studiosi e gli appassionati della famiglia reale, poiché rappresenta un modello di amore e dedizione coniugale che ha resistito alla prova del tempo. VAI AL LIBRO Scopri Land Magazine admin Febbraio 10, 2025 10 Febbraio 1840: Il Matrimonio della Regina Vittoria e del Principe Alberto, un’unione d’amore Il 10 febbraio 1840, la giovane regina Vittoria sposò il principe Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha, dando vita a uno dei matrimoni più celebri della storia britannica. La loro unione non fu Read More admin Febbraio 9, 2025 Recensione di Macbeth: Shakespeare’s The Broken Throne Series di Jennifer P. I retelling delle opere di Shakespeare sono sempre un terreno insidioso: si rischia di perdere la potenza del testo originale o, al contrario, di rimanere troppo fedeli senza offrire nulla Read More admin Febbraio 9, 2025 Dostoevskij in pillole: i suoi libri spiegati in poche parole Oggi, 9 febbraio, ricordiamo il maestro della sofferenza interiore, il re del tormento esistenziale, il guru della disperazione russa: Fëdor Michajlovič Dostoevskij. 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Recensione di Macbeth: Shakespeare’s The Broken Throne Series di Jennifer P.

I retelling delle opere di Shakespeare sono sempre un terreno insidioso: si rischia di perdere la potenza del testo originale o, al contrario, di rimanere troppo fedeli senza offrire nulla di nuovo. Difetto che ho riscontrato in moltissimi retelling, anche di autrici famose. Ma state tranquilli, non credo sia questo il caso.  Macbeth: Shakespeare’s The Broken Throne Series di Jennifer P. è infatti un romance che tenta un delicato equilibrio tra tradizione e innovazione, e nel farlo riesce nell’intento di creare una storia che si lascia ricordare e che spicca per la sua tendenza a osare.  Il libro Un potere fragile, un amore spezzato “Sei felice?” è una domanda che pesa come una condanna nella vita dei due protagonisti.  Macbeth è un giovane e affascinante governatore, ma la sua leadership è incrinata dalla mancanza di fiducia del suo stesso partito, che lo reputa troppo inesperto per ricoprire quel ruolo. Un tragico errore del passato continua a perseguitarlo, lasciandolo sospeso tra la paura di fallire e ricordi sbiaditi. Proprio quando sembra non poter più tornare indietro, lei ritorna: Cora, Lady Macbeth, il suo amore perduto e il suo rimpianto più grande. Cora, segnata da un dolore inconfessabile, ha costruito un muro tra sé e il mondo, e ha trovato rifugio nel lavoro. Ha allontanato persino suo figlio pur di proteggerlo dalla tempesta emotiva che la consuma, ma quando alcune circostanze la costringono ad avere di nuovo a che fare con l’uomo che un tempo ha amato e che adesso odia, è costretta a confrontarsi con i demoni che ha sempre cercato di soffocare. In una girandola di sospetti e tradimenti, Macbeth e Cora si trovano a camminare su un filo sottile tra redenzione e rovina, amore e odio, bugie e verità. Ma chi sta davvero tirando le fila di questa tragedia? Chi è l’artefice dell’inganno che li ha condotti sull’orlo dell’abisso? L’inquietudine di un amore sospeso Ormai lo sapete, quando leggo romance il mio palato esigente va subito alla ricerca di storie d’amore che lascino davvero il segno. In questa nuova opera Jennifer P. ci riesce, perché costruisce il romanzo come una danza tra passato e presente, tra desiderio e colpa, tormento e nostalgia. Il rapporto tra Macbeth e Lady Macbeth è potente, ossessivo, non conosce compromessi, si tinge di sfumature che virano verso il dark: sono due anime spezzate che si rincorrono attraverso il dolore e la paura di ripetersi, ma anche avversari in quel gioco al massacro che è la politica d’alto profilo.   “Lei rimane il sogno che mi è stato strappato. Un rimpianto che brucia, un desiderio che non si spegne. Il ritorno di Lady Macbeth non è solo il risveglio di vecchie ferite, ma la riapertura di un legame che non ha mai smesso di pulsare sotto la cenere. È amore o condanna? Rovina o salvezza? Qualsiasi sia la risposta, questo è un amore come quelli che piacciono a me: inestinguibile, sempre vivo, sempre pronto a travolgere la vita dei protagonisti. Il tipo d’amore che ogni romance meriterebbe di veder raccontato.  Jennifer P. indulge in una relazione carica di tensione, più viscerale e oscura rispetto a quella che ci si potrebbe aspettare. Non ci sono solo ambizione e potere, ma anche paura, incomprensione e la disperata voglia di riscrivere un destino che sembra già segnato.  “Resterà qui. In questo letto affollato. Per sempre insieme a lui, e lei, tra le parole non dette e i sogni infranti. La mia vita.  Per Macbeth e Cora l’amore è una prigione dorata, e chi vi entra spesso lo fa senza rendersi conto di quanto sia difficile uscirne. Questa grande verità attraversa l’intera narrazione e non ci abbandona neanche sul finale. L’atmosfera del romanzo è cupa, sospesa tra politica e tragedia personale, entrambi filo conduttori del libro, gestiti con maestra dalla penna dell’autrice, che riesce a mantenere vivo il senso di destino ineluttabile in una narrazione che alterna momenti di tensione a riflessioni intime e dolorose.  Il richiamo di Shakespeare: citazioni e simbolismo Jennifer P. non si limita a ispirarsi alla tragedia di Macbeth, ma dissemina il suo romanzo di riferimenti diretti e simbolici all’opera shakespeariana. La prosa è intrisa di richiami alla poetica originale, ne evoca la medesima tensione drammatica e il senso di ineluttabilità che permeava il capolavoro di Shakespeare. Non mancano neppure le allusioni ai temi chiave della tragedia shakespeariana: la manipolazione, l’illusione del controllo e il rimorso che logora dall’interno. Il concetto stesso di destino inesorabile è ripreso in frasi evocative che ricordano la famosa riflessione di Macbeth sulla vita come “una favola raccontata da un idiota, piena di rumore e furore, che non significa nulla.” Perché mi è piaciuto Macbeth: Shakespeare’s The Broken Throne Series è un romanzo che si nutre del suo retaggio shakespeariano, trasformandolo in qualcosa di nuovo senza mai tradirne l’essenza, ma avendo il coraggio di prendere una strada a sé, una propria dimensione. Jennifer P. costruisce un intreccio che rispecchia le dinamiche del dramma originale, ma aggiunge sfumature più intime e rende il conflitto interiore dei protagonisti non solo più moderno, ma anche più centrale, merito forse della narrazione in prima persona. Tra citazioni dirette, richiami simbolici e il gioco del destino che si riflette nel concetto di Matchbet (bet significa appunto scommessa, azzardo), il libro si dimostra una lettura perfetta per chi ama Shakespeare ma è pronto a vedere la sua opera sotto una luce diversa, decisamente più romance, sicuramente coraggiosa e anche un bel po’ audace.  Riassumiamo.  Cosa mi è piaciuto di Macbeth: Shakespeare’s The Broken Throne Series ✅ I richiami a Shakespeare. Il romanzo è disseminato di riferimenti diretti e indiretti alla tragedia originale, sia nelle citazioni che nei temi trattati.  ✅ L’evoluzione del rapporto tra Macbeth e Lady Macbeth funziona ed è credibile; la parte romance è solida e appassionante.  ✅ I personaggi sono complessi e tormentati. Macbeth  e Cora hanno una profondità emotiva che li rende realistici ma al tempo stesso quasi eroici (nel senso aristotelico del termine) nei loro tormenti.  ✅ L’equilibrio tra ambientazione legal/politica e introspezione è sorprendentemente

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Dostoevskij in pillole: i suoi libri spiegati in poche parole

Oggi, 9 febbraio, ricordiamo il maestro della sofferenza interiore, il re del tormento esistenziale, il guru della disperazione russa: Fëdor Michajlovič Dostoevskij. Lo scrittore che ha trasformato la crisi d’identità in un’arte e la colpa in un genere letterario. Ma siccome leggere i suoi mattoni richiede settimane di vita e nervi saldi, ecco una guida essenziale ai suoi capolavori, spiegati in poche parole. 1. Delitto e castigo Un tizio povero e sovrappensiero (Raskol’nikov) ammazza una vecchia usuraia per dimostrare che è superiore alla morale comune. Spoiler: non lo è. Trascorre il resto del libro a delirare di senso di colpa, fino a farsi arrestare e trovare la redenzione. 2. I fratelli Karamazov Tre fratelli con daddy issues si confrontano col padre, che è un uomo orribile. Uno di loro lo uccide, o forse no. Nel dubbio, c’è un processo lunghissimo e un sacco di monologhi filosofici sul bene e il male. 3. L’idiota Il principe Myškin è troppo buono per questo mondo. Letteralmente. La sua purezza lo trasforma in una vittima perfetta, finché non impazzisce e finisce male. Morale della storia: essere gentili non paga. 4. I demoni Un gruppo di giovani nichilisti cerca di rivoluzionare la Russia con omicidi, tradimenti e follia. Alla fine più che rivoluzione ottengono solo caos e autodistruzione. Perfetto per chi ama le cospirazioni e il disagio. 5. Memorie dal sottosuolo Un tizio senza nome decide di insultare tutti e rovinarsi la vita da solo, giusto per dimostrare che l’essere umano è irrazionale e autodistruttivo. Filosofia depressiva livello esperto. 6. Il giocatore Dostoevskij stesso era un maniaco del gioco d’azzardo, quindi ha scritto un libro su un uomo ossessionato dalla roulette che rovina tutto per colpa della sua dipendenza. Autobiografico? Forse. 7. Umiliati e offesi Gente triste soffre per tutta la durata del romanzo. Fine. Ricapitolando… Dostoevskij ha reso la sofferenza un’opera d’arte, i drammi interiori una forma di intrattenimento e la Russia zarista un perfetto sfondo per gente infelice. Se volete leggere i suoi libri, preparatevi a crisi esistenziali, monologhi infiniti e riflessioni sulla moralità. Ma alla fine ne vale la pena. Forse. Scopri Land Magazine admin Febbraio 9, 2025 Dostoevskij in pillole: i suoi libri spiegati in poche parole Read More Antonella Benedetto Febbraio 9, 2025 Recensione “Dieci ultime volte”, l’ultimo libro di Mia Another A cura di Ci sono libri che ti chiamano, per mesi e mesi, un po’ come il canto di una sirena. Con Dieci ultime volte è stato così. 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Con Read More admin Febbraio 6, 2025 The Blood Countess: la storia della “vampira” Elisabetta Báthory presto al cinema Se pensavate che le creme antirughe fossero il massimo dell’ossessione per l’eterna giovinezza, preparatevi a un bagno – letteralmente – di sangue. The Blood Countess, il nuovo film diretto dalla Read More Cristina Ferri Febbraio 6, 2025 Vita e misteri di Mary Stuart – Terzo capitolo La fine del sogno di FranciaLa fine del sogno Nemmeno il tempo di abituarsi alla posizione di regina di Francia, che Mary Stuart rimane vedova. Il giovane delfino, già cagionevole Read More admin Febbraio 5, 2025 Le donne nelle radio partigiane clandestine: voci di resistenza e libertà Durante la Seconda Guerra Mondiale, la Resistenza italiana si affidò a diversi strumenti per combattere l’oppressione nazifascista. 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