Silvia Dal Cin

UN LIBRO PER NATALE

Cosa regalo al mio bambino? o al figlio dei miei amici? al cuginetto? Siamo già a dicembre ed è tempo di pensare ai regali e regalini di natale! Quando si tratta di fare un pensiero ai più piccolini, spesso si pensa ad un giochino. Perchè invece non regalare un libro?   Bella idea, direte. Ma come sceglierlo? Sicuramente una buona idea è conoscere i gusti del destinatario del regalo. Ma se ciò non è possibile?   Una soluzione può essere pensare all’età del bambino.  Se sono molto piccoli possiamo pensare a libri in bianco e nero, che stimolano la vista (ideali per neonati). Per bambini poco più grandi sono sicuramente indicati libri tattili e/o sonori, che permettono una fruizione “a tutto tondo” del libro.Ricordiamo sempre che i libri cartonati sono i più adatti per i bambini di età inferiore ai 3 anni.  Molto adatti all’età del nido saranno ovviamente libri che parlano di coccole, ma anche di spannolinamento, di primi distacchi dal genitore e dell’ amato / odiato ciuccio. Dai 3 anni in poi, quando sono inseriti alla scuola dell’infanzia, possiamo scegliere per loro libri con immagini grandi e colorate e pensare a storie che parlano del loro quotidiano, ma anche di sogni, di crescita e di amicizia.   Se invece il bambino frequenta la scuola primaria possiamo scegliere libri con un po’ più di testo, ma senza dimenticare che anche se sono un pochino più grandi amano comunque le illustrazioni. Consiglio importante: se non conosciamo bene il bambino, non diamo per scontato che non ci siano difficoltà nella lettura. Scegliamo libri che possano essere consultati anche in versione ebook, oppure stampati con caratteri ad alta leggibilità, o ancora con audiolettura disponibile. Buone letture !

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BEATRIX POTTER e il self publishing

Usando le lettere e i disegni indirizzati al piccolo Noel, Beatrix Potter realizzò il suo primo libro per bambini, The Tale of Peter Rabbit. Come capita a praticamente ogni esordiente, il libro venne rifiutato da sei case editrici. Allora Beatrix divenne self publisher, come diremmo oggi: fece stampare 250 copie e si dedicò alla loro promozione, finendo tutte le copie in breve tempo. L’anno dopo, il 2 ottobre 1902, il libro venne pubblicato dalla Frederick Warne & Company. Sì, direte voi, facile pubblicare un libro dopo che è già diventato “famoso”. Ma dobbiamo invece ringraziare la Frederick Warne & Company: sono stati loro a porre a Beatrix la condizione di realizzare illustrazioni a colori e non più in bianco e nero! Perciò è grazie all’illuminato editore che colse le potenzialità dei meravigliosi disegni ad acquerello se oggi conosciamo l’iconica giacca blu di Peter Rabbit e i cappottini rossi delle sorelle. Quale fu la fortuna di The Tale of Peter Rabbit? Essere un libro diverso. Era stato stampato in un formato piccolo, adatto alle mani dei bambini. Costava solo uno scellino, pertanto era accessibile a molti e non solo alle famiglie benestanti (gli albi illustrati erano solitamente molto costosi). Ma un’altra caratteristica dell’opera era che non conteneva solo termini semplici, nè era superficiale. Beatrix credeva infatti che inserire qualche termine complesso e a volte ricercato aiutasse curiosità e apprendimento nei bambini. Perciò sì, Beatrix provò la strada del self publishing ma poi si affidò all’editoria tradizionale. Se vuoi conoscere altre curiosità, ti consiglio il saggio su Beatrix Potter, edito da First Letter.

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Starduster: fumetto per bambini?

Ho letto di recente Starduster, di Elisa Pocetta, pubblicato da Astra – Star Comics qualche anno fa. I disegni sono bellissimi ma… intanto, prima domanda: è un fumetto o una graphic novel? Per rispondere, devo prima chiarire una cosa: per fumetto si intende un prodotto che “nasce seriale”, cioè una storia che nasce già per essere pubblicata a puntate, mentre una graphic novel è una storia autoconclusiva e pubblicata in un unico volume. Quindi, Starduster è l’uno o l’altro? Direi una graphic novel, nonostante il finale dia degli indizi su un potenziale seguito. Non ho però trovato le puntate successive, quindi non è uscito in forma di serie, ergo non possiamo considerarlo un fumetto. Altra domanda: è per bambini? Direi NI. Nel senso, non vi sono nudità, allusioni sessuali, violenza, ma per comprendere appieno alcune frasi e alcuni disegni serve un minimo di maturità e di storia personale. Lo ritengo quindi adatto dai 9 anni in su, per la fascia dei pre-teen. È un fantasy, ma tocca molti aspetti cari ai pre adolescenti: l’ingresso alle scuole medie, il sentirsi diversi, l’essere considerati “alieni” o “strambi” dagli altri, la scoperta di sé e della propria forza personale, l’amicizia. I colori sono stupendi, la stampa è davvero ottima, la storia è semplice pur senza essere banale, ci sono sentimenti e anche avventura. Direi proprio che lo promuovo.

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Gli Spookies – un libro per pre-teen

Ho letto di recente “Gli Spookies – Il mistero dei ricordi scomparsi” di Maurizio Furini e Federico Chemello, illustrato da Ste Tirasso, edito da Sassi. Ho deciso di scriverne una recensione, a seguito dell’articolo sullo Scrivere per ragazzi e della ricerca autori da parte di First Letter editrice (per la nuova collana S.E.PT, dedicata ai pre-teen). “Gli Spookies”, uscito qualche anno fa, è secondo me un esempio di libro che funziona per questa fascia d’età. Perchè funziona? Che dire, se ne facessero una serie di libri o tv, con altre avventure di questi giovanissimi cacciatori di mostri, sicuramente li leggerei o li guarderei!

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30 ANNI DI “VERSO L’INFINITO E OLTRE!”

Uscito nelle sale americane il 22 novembre 1995, Toy Story è un classico senza tempo. Ha sfornato citazioni importanti, che ancora oggi si usano come “Verso l’infinito e oltre!” e creato giochi tematici per tutte le età com “Andy is coming!”. La scritta Andy sotto lo stivale di Woody è diventata iconica ed evocativa, tanto che all’ultimo Sanremo, quando Lucio Corsi l’ha riproposta, la citazione è stata subito colta da tutti. Primo film Pixar, ancora oggi super conosciuto, anche grazie ai capitoli successivi. Ci ha mostrato ciò che i bambini spesso si chiedono: cosa fanno i giocattoli quando nessuno ci gioca? Quando nessuno li guarda, si muovono? Hanno loro caratteri e volontà personali? Primo film tridimensionale, realizzato con CGI, è stato il punto di svolta. Ma perché ancora oggi è amato? Perché è un inno all’amicizia, perché ci porta in quella atmosfera fantastica dell’immaginario dei bambini. Ma anche perché ci dimostra che il legame tra un bambino e i suoi giocattoli è speciale e nutrito dalla fantasia. Poi Toy Story ci ricorda una cosa: nessuno viene abbandonato, nessuno rimane indietro. Non dobbiamo avere paura che qualcuno ci “rimpiazzi”, in un cuore grande c’è posto per tutti. Ed è una conferma che spesso ai bambini serve, quando arrivano fratellini, sorelline, nuovi compagni.

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