halloween

Racconti dolci da paura! di Elisabetta Venturi

Libri di Elisabetta Venturi VAI AL LIBRO Una mostruosa festa in maschera Apocope sedeva in metropolitana e osservava i ragazzi travestiti, con poca fantasia, da mostri e creature della notte. Anche loro amavano Halloween ed erano pronti a riversarsi nelle strade della capitale. Apocope infilò un dito sotto una delle cuffie che portava alle orecchie e cercò di nascondere il tessuto che stava scivolando fuori dal travestimento. Aveva usato tantissima colla per bloccare tutte le bende sotto il costume da centralinista di cui andava estremamente fiera. Doveva passare inosservata: era stata invitata dagli amici italiani alla sua prima festa in maschera e non poteva mancare. Era ancora una giovane mummia appena uscita dal sarcofago quando aveva lasciato l’Egitto, stanca di essere bullizzata dalle altre mummie: la sbeffeggiavano bagnandole le bende, gliele srotolavano per poi lasciarla sola a macerare sotto il sole del deserto. Anche i mostri italiani avevano subito notato la sua particolarità, e l’amavano proprio per questo: la rendeva diversa, speciale e spassosissima. Loro ridevano con lei, le chiedevano spesso di raccontare qualcosa pur di sentirla parlare e l’avevano dolcemente soprannominata Apocope, tanto che il vecchio nome egiziano Amumu era stato presto accantonato. Apocope fissava il cartello luminoso delle fermate della metropolitana in trepidante attesa. Immaginava la festa e i travestimenti dei suoi amici e magari avrebbe vinto il premio per la maschera più originale. Alla sua fermata, Apocope si trascinò a fatica fuori dal treno facendosi largo tra un gruppetto di vampiri e una mummia arrotolata in malo modo nella carta igienica. La guardò schifata e scosse la testa. «Andiam, siam seri? Quel tale sembra or ora arrivato da uno scarico del cesso!» disse bofonchiando tra sé e sé mentre usciva nel freddo della notte. La mummia centralinista camminava incespicando per le strade illuminate di Roma, stretta nelle bende incollate e negli scomodi vestiti umani. Si guardò intorno, spaventata e si unì a un paio di gruppi di giovani per nascondersi tra loro. Nel tentativo di non dare nell’occhio, cercò di muovere qualche maldestro passo di danza seguendo una ragazza dark che portava una radiolona a tutto volume. Si mimetizzò così nella vita delle strade che, quella sera, erano animate da creature del giorno e della notte, mescolate tra loro in perfetta armonia. Sorrise. Si sentiva a casa. Apocope guardò l’ingresso del cimitero con occhi sfavillanti, attaccò il telefonino alle cuffie, complimentandosi con sé stessa per la genialata di quel travestimento, e chiamò Victor, il suo amico vampiro.Mentre aspettava gli amici, le passarono accanto vampiri, licantropi e fantasmi travestiti da umani, ma anche ciclopi e centauri. Vide preti e suore, un medico col paziente sotto trasfusione, i fantastici quattro con una spettrale donna invisibile e la famiglia Addams al completo. Vedendoli si convinse che la maschera più bella non fosse la sua, ma di certo si sarebbe divertita un mondo! La sua prima vera festa di Halloween stava per cominciare. Amore oltremondano Alla sua prima festa di Halloween, la piccola mummia Apocope si era innamorata. Lui aveva uno scheletro meraviglioso, anche se aveva tentato di nasconderlo sotto il suo travestimento umano: un grembiule nero con i pettorali disegnati. Apocope ormai era stata stregata dai suoi omeri possenti e dal suo sorriso tutto denti, ma non sapeva fare la civetta: con gli uomini era sempre stata imbranata anche da viva. Quella sera però era speciale, perché era la loro festa. Così si era fatta coraggio, si era avvicinata a lui, timida nel suo travestimento da centralinista, e lo aveva sfiorato sulla clavicola per attirare la sua attenzione. Appena i bulbi oculari del suo teschio si erano spostati su di lei, lo scheletro si era smontato e tutte le ossicine erano cadute a terra sollevando una nuvoletta di vapore puzzolente, ma dolce e aromatica all’olfatto di Apocope. La mummia aveva fatto un passo indietro, spaventata. Subito lo scheletro si era ricomposto, si era sistemato il grembiule da macho, le si era avvicinato e, con voce profonda, le aveva chiesto un appuntamento. Così Apocope si era agghindata con graziose spille da balia colorate per tenere ben fissate le bende. Era china sui fornelli nel tentativo di cucinare i marshmallows per offrirglieli appena quello scheletro pazzesco si fosse presentato da lei. Era appoggiata sui gomiti e osservava la padella quando una benda le sfuggì da un polso e prese fuoco. Imprecò e corse a mettere la mano sotto l’acqua, quando suonò il campanello.Gli occhi tristi di Apocope si trasformarono in cuoricini alla vista celestiale di quello scheletro coperto solo da un farfallino rosso al collo. Le porgeva un bellissimo mazzo di crisantemi appassiti, proprio i suoi preferiti. Lo afferrò con la mano ancora gocciolante. L’odore dei marshmallows che si stavano carbonizzando attirò l’attenzione di Apocope. La piccola mummia si rabbuiò e abbassò gli occhi. Lui le sfiorò le bende del mento e le posò un bacio sulla guancia.Apocope si illuminò di nuovo e gli sorrise: “Andiam, il dolce è da buttar, ma ho una cosa per te. Son certa di farti piacer.” Lo scheletro sorrise dolcemente per il suo simpatico modo di parlare e la seguì in salotto. Avido di curiosità, scartò il pacchettino di carta nera chiuso da un paio di bende arricciate a formare un fiocco. Si trovò tra le mani un simpatico epitaffio da sostituire a quello, ormai consunto, della sua vecchia tomba.Una lacrima gli scivolò sull’osso zigomatico, poi si girò di slancio e sollevò Apocope. Al contatto con lei, le ossa delle gambe si disassemblarono e rovinarono a terra, ma lui la strinse contro la sua gabbia toracica e la sua dura mandibola incontrò la morbidezza delle bende della bocca di lei.  Curiosità di scrittura Le avete notate le parole in grassetto? Questi due mini-racconti sono nati proprio da quelle parole: 8 parole obbligatorie da inserire, limite massimo di 500 parole, tema Halloween (una delle sfide che amo di più di Wattpad).  Perché non provate anche voi? Potreste stupirvi del risultato! Se pensate “non mi verrà mai in mente qualcosa”, come fate a dirlo senza provarci? Non sempre la prima idea è la migliore, ma solo mettendosi alla prova si può stimolare la propria creatività!  

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Lumera e Suca Baruca

A cura di LEGGI ANCHE firstletter 22.04.23 Il primo progetto First Letter sta per vedere la luce: presentazione di Silvia Dal Cin e Matteo Della Libera Grandi novità in casa First Letter Editrice: il progetto è ufficialmente avviato, e al Salone del libro di Torino di quest’anno verrà presentato il primo Read More firstletter Raccontare storie di inclusione ai bambini: il ruolo dei genitori e degli educatori 07.10.24 firstletter L’importanza di pubblicare più libri in alta leggibilità 30.09.24 firstletter Nuovo libro per bambini, “I Signori Giraffa aspettano un cucciolo” per First Letter Editrice 23.09.24 firstletter Libri per bambini che insegnano l’amore e l’accettazione: i must-have per ogni piccola biblioteca 23.09.24 firstletter Come le storie illustrate possono insegnare valori importanti ai bambini 09.09.24 firstletter L’importanza di abbracciare le differenze nei bambini: Un viaggio di crescita e amore 02.09.24 firstletter Libri per bambini da leggere almeno una volta nella vita: Harold e la matita viola 20.08.24 firstletter Libri per bambini da leggere almeno una volta nella vita: IL GRINCH DI Dr. Seuss 13.08.24 Cosa sono questa “Lumera” e questa “Suca Baruca” del titolo? Ve le spiego subito! Sebbene Halloween sia una festività “importata” dai paesi anglosassoni, esiste da moltissimo tempo una versione veneta della stessa festa, in cui la zucca ha un ruolo centrale.Nel mondo contadino infatti le zucche, una volta svuotate del loro contenuto, venivano intagliate e al loro interno veniva posto un lumino. Poste lungo i davanzali o lungo i fossi, illuminavano la via ai defunti le notti del 1 e 2 novembre. Vi ricorda qualcosa?I ragazzi si divertivano a spaventare i passanti, anche con l’aiuto di queste teste di zucca e complice il buio. Di nuovo, vi ricorda qualcosa?I bambini invece ricevevano nocciole, castagne, frutta secca (tipici del periodo) da parte dei nonni o altri defunti, che facevano così sentire nuovamente la loro presenza ai piccoli di casa. I ragazzi invece le andavano a chiedere di casa in casa, e ricevendole smettevano di fare scherzetti e dispetti. Nuovamente vi chiedo, vi ricorda qualcosa? La varietà di zucca più coltivata e utilizzata in Veneto era ed è la Suca Baruca, che possiamo tradurre letteralmente in Zucca Barucca. Un nome simpatico che identifica dialettalmente un tipo di zucca, la zucca marina di Chioggia. Piatti a base di zucca erano sicuramente preparati nel periodo di fine ottobre / primi giorni di novembre in tutte le famiglie. Volendo ricercare l’origine di Baruca, sembra provenire dall’ebraico “Baruch”, che significa “benedetto/santo”. La zucca sarebbe quindi santa? Potrebbe essere definita tale perchè con essa si sfamavano molte persone, soprattutto i poveri. L’altra origine della parola potrebbe essere “baruca” come “veruca”, con riferimento all’aspetto della zucca, piena di escrescenze. La zucca in Veneto è quindi associata al periodo autunnale, specialmente a ridosso della festa di Tutti i Santi. Ma “Sucon” o “Zucon” (Zuccone) è una parola anche abitualmente usata in Veneto per descrivere qualcuno poco sveglio o particolarmente cocciuto. La zucca marina di Chioggia infatti ha queste caratteristiche: una zucca un po’ bruttina, bitorzoluta, con la buccia dura e spessa.Nelle case si mangiavano quindi piatti a base di zucca, patate e di frutta secca. Si lasciavano poi i “piatti dei morti”, con lo stesso contenuto, sul tavolo di casa o sul davanzale, insieme a acqua, latte o vino (a seconda del tipo di spiriti defunti che sarebbero “tornati a casa”).

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Ricette spaventose: I muffin di Emily – The Twilight Saga

Di Cristina Ferri I muffin di Emily – The Twilight Saga: New Moon «Non me ne ero mai accorta. Sai che sei, come dire… bello?». Un istante dopo essermi lasciata sfuggire quella frase, già temevo che potesse interpretarla nel modo sbagliato. Ma lui alzò gli occhi al cielo. «Hai preso una bella botta in testa, eh?». «Dico sul serio». «Be’, allora… come dire, grazie». Feci un sorriso. «Come dire, prego». New Moon Quando Edward la lascia il mondo di Bella sembra non avere più senso. La vicinanza di Jacob, però, riesce man mano a riportarla alla vita. Quello di Jacob è un mondo pericoloso, i licantropi possono infatti lasciare cicatrici e segni vistosi sul volto delle proprie amate a causa degli artigli affilati, proprio come accaduto alla fidanzata di Sam. «Lei incrociò il mio sguardo e all’istante notai i lineamenti simmetrici nascosti dalle sue deformità. Il suo viso era ancora bellissimo, acceso da una preoccupazione più viva della mia. Fui costretta ad abbassare gli occhi, prima che l’amore che accendeva quella preoccupazione iniziasse a farmi di nuovo male.» Nel libro, la donna cucina per tutta la comitiva: «Emily ridacchiò e aprì il frigo. «Ci credo. Bella, hai fame? Se vuoi un muffin, serviti pure». «Grazie». Ne presi uno e iniziai a mordicchiare il bordo del dolce. Era delizioso, un sollievo per il mio stomaco indebolito. Embry era già al terzo, che trangugiò intero. «Lasciane qualcuno per i tuoi fratelli», lo imbeccò Emily, colpendolo in testa con il cucchiaio di legno. Vediamo come replicare i muffin di Emily: Ingredienti: 250 g di farina 00 150 g di zucchero 1 bustina di lievito per dolci (circa 16 g) 1 pizzico di sale 2 uova 125 ml di latte 100 ml di olio di semi (oppure burro fuso) 1 cucchiaino di estratto di vaniglia (opzionale) 100 g di gocce di cioccolato o frutta fresca (opzionale) Procedimento: Preriscalda il forno a 180°C e prepara una teglia per muffin con i pirottini di carta. Setaccia la farina, il lievito e il sale in una ciotola grande. Aggiungi lo zucchero e mescola. In un’altra ciotola, sbatti le uova con il latte, l’olio e l’estratto di vaniglia fino a ottenere un composto omogeneo. Versa gli ingredienti liquidi nella ciotola con gli ingredienti secchi e mescola delicatamente con una spatola o un cucchiaio di legno fino a quando gli ingredienti si saranno appena combinati. Non mescolare troppo, il composto deve risultare leggermente grumoso. Se desideri, aggiungi le gocce di cioccolato o la frutta e mescola brevemente. Riempi i pirottini per muffin fino a circa 2/3 della loro altezza. Inforna i muffin per circa 20-25 minuti, o fino a quando saranno dorati e uno stuzzicadenti inserito al centro uscirà pulito. Lascia raffreddare i muffin nella teglia per 5 minuti, poi trasferiscili su una gratella per farli raffreddare completamente Libri di Cristina Ferri Fai clic qui LEGGI ANCHE società 08.01.23 Il ladro di libri inediti Filippo Bernardini arrestato a New York Lei, mia madre Rischia vent’anni di carcere il trentenne Filippo Bernardini, un italiano arrestato ieri a New York per il furto telematico di centinaia di Read More società La Caccia alle Streghe nell’Era Digitale: Cyberbullismo e Linciaggi Online 08.09.24 interviste Bere come un vero scrittore italiano per ragazzi – Stefano Bordiglioni 07.09.24 società Discriminazione di genere nei piccoli paesi del Libano: le donne private della libertà di acquisto 06.09.24 scrittura creativa Il Fascino dei Personaggi Spezzati nei Libri: Perché Amare i Protagonisti Imperfetti 06.09.24 firstletter L’importanza di abbracciare le differenze nei bambini: Un viaggio di crescita e amore 02.09.24 società Londra, 1 settembre: la stazione di King’s Cross senza Hogwarts Express – Qualcuno ha rubato la magia? 01.09.24 scrittura creativa Esercizio gratis di scrittura creativa: le descrizioni 31.08.24 scrittura creativa Drabble mania: consigli di scrittura per aspiranti scrittori (puntata 21) 30.08.24

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Quattro idee per sostenere l'editoria indipendente

Quattro semplici idee per sostenere l’editoria indipendente

Sono tante le ragioni per cui la maggior parte degli editori indipendenti non può competere, nè in libreria nè online, con i grandi marchi editoriali: una di queste è sicuramente la differenza che intercorre tra gli uffici stampa di un piccolo e un grande editore. Il piccolo editore, infatti, solitamente ha uno, massimo due addetti stampa, che si ritrovano a dover gestire un grande flusso di novità, informazioni e comunicati; il gruppo editoriale ha invece grande disponibilità di persone che si dedicano esclusivamente alla comunicazione delle prossime uscite, e contatti importanti con riviste nazionali.  Non parliamo, poi, dell’estrema difficoltà che un piccolo editore trova nell’essere esposto in libreria, in quanto non gode di agenti pronti a convincere i librai che quel libro, proprio quello, venderà centinaia di copie in un giorno solo (cosa che la maggior parte dei librai vuole sentirsi ripetere). Questa situazione ha però un risvolto positivo: avendo meno mezzi a disposizione, per i piccoli editori il singolo lettore riveste un’importanza vitale in tutta la filiera editoriale, e per questo viene coccolato come se fosse una sorta di divinità pronta a confermare o a ribaltare il risultato delle vendite di un libro (cit). I lettori sensibili alla bibliodiversità, in particolare, sono e resteranno sempre i beniamini di ogni piccolo editore che si rispetti, perchè compiono quattro azioni fondamentali atte a farci conoscere presso il grande pubblico. Sì, ma allora? Cosa devo fare io lettore nel concreto per aiutare la piccola editoria? Te lo spieghiamo in questa breve list cycle 😉 Quattro piccoli gesti con cui puoi aiutare un editore indipendente 1) Scegli la libreria giusta Frequenta librerie non di catena, ma che espongono libri di piccole case editrici 2) Occhio alle classifiche dei libri più venduti Dai il giusto peso alle classifiche dei libri più venduti: spesso sono create ad arte 3) Dì la tua Recensisci i libri dei piccoli editori su Amazon: darai l’opportunità di leggerli ad altri lettori 4) Mettici sotto l’albero A Natale e durante le festività, regala libri di piccole case editrici: il passaparola è uno strumento formidabile! E tu, conosci altri modi per sostenere la piccola editoria? Scriviceli nei commenti a questo post o su Facebook.

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Quattro serie tv per chi ha letto [e amato] Troppo vicino al sole di Verdiana Rigoglioso

Si sa, terminare un romanzo è sempre un piccolo trauma. O un grande trauma, nel caso quel romanzo ci sia piaciuto. Nel caso di “Troppo vicino al sole”, il nuovo romance di formazione targato Land Editore, è praticamente impossibile che sia successo il contrario: la straziante storia di Stefania riesce a entrare anche nei cuori più insensibili, grazie alla straordinaria umanità con la quale l’autrice ha caratterizzato questo personaggio. E che dire di Leandro, il protagonista maschile della storia? Non vogliamo fare troppi spoiler, ma se non avete versato nemmeno una lacrimuccia dopo aver letto il finale, la causa può essere solo una: estrema secchezza delle ghiandole oculari! Ci mettiamo la mano sul fuoco. A chi invece è rimasto ammaliato dalla storia di Stefania e Leandro, a chi vorrebbe averne di più,  a chi non si stanca mai di emozionarsi di fronte alle storie di donne forti e coraggiose come la protagonista di Troppo vicino al sole, è dedicato questo post. Ecco allora Quattro serie tv che amerai se hai letto Troppo vicino al sole 1) La fantastica signora Maisel (Amazon prime video) Dopo che il marito l’ha abbandonata per un’altra donna, Midge (Mrs Maisel) si ritrova intrappolata nel suo ruolo di perfetta sposina, e costretta a reinventarsi. Ma la sua personalità estremamente creativa, la sua intelligenza e intraprendenza le faranno scoprire che un destino meraviglioso nel mondo dello spettacolo la aspetta, a patto che non si lasci di nuovo sedurre dal fascino del dolce focolaio domestico. Una serie che riflette sul controverso ruolo della donna degli anni Cinquanta e Sessanta, con una delicatezza e una comicità inedite.  2) Fleabag – Amazon prime video Una donna arrabbiata e piena di dolore, ma anche incredibilmente spavalda e auto-ironica, si ritrova alle prese con un lavoro che detesta, decisa a rifiutare l’amore a ogni costo. 3) Glow – Netflix La TV non ha mai avuto nulla del genere – mai, davvero. Nessuna serie tv, prima di Glow, aveva rappresentato tanto bene e con una simile verve comica – ma al tempo stesso drammatica – donne di ogni etnia, misura ed estrazione sociale scatenarsi forsennatamente su un ring di wrestling. Glow racconta di un gruppo di donne outsider, ognuna delle quali ha un buon motivo per detestare gli uomini e la società, unire le forze per raggiungere l’indipendenza economica grazie a un bizzarro e strampalato show televisivo chiamato The Georgeous Ladies of Wrestling (GLOW, appunto).  Intenso e divertente, Glow è una serie tv imperdibile – forse la più femminista dell’ultimo decennio. 4) The good wife La storia di Alicia, moglie di un politico fedifrago e opportunista, che a un certo punto si vede costretta a ricominciare tutto da capo. Ma la risalita non è mai semplice, specie se hai  lasciato il lavoro anni prima per seguire la carriera del maritino. Madre single e regina del tribunale, Alicia dovrà trovare la forza per ristabilire la sua identità di donna dopo essere stata travolta da una serie di scandali causati dall'(ormai ex) coniuge. E tu, le hai viste tutte? Hai qualche altra serie tv incentrata sulla rinascita al femminile da consigliarci? Scrivicelo nei commenti o sulla nostra pagina facebook!

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