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La nuova (e piccantissima) tendenza natalizia: i calendari dell’Avvento sexy per coppie

Dimenticate le finestrelle con i cioccolatini e le renne sorridenti: il Natale 2025 sarà bollente come una sauna finlandese. Da qualche anno a questa parte, i calendari dell’Avvento sexy per coppie sono diventati un piccolo culto: 24 giorni di sorprese hot per rendere l’attesa del Natale un’esperienza decisamente più sensoriale. Sì, perché tra i classici “24 cioccolatini al latte” e i “24 motivi per amarsi”, oggi c’è anche chi preferisce i 24 momenti di puro piacere. E i brand del settore non si sono fatti pregare.     Sei di gusti più tradizionali? Scopri il calendario dell’avvento libroso 1. “Senti la Magia” di DesireL: il calendario per chi ama l’effetto sorpresa (molto sorpresa) Sul sito DesireL l’Avvento si trasforma in un viaggio erotico 24 tappe. Giochini, accessori e prodotti sensuali di coppia (ma anche per single curiosi) si nascondono dietro ogni sportellino. Il packaging è elegante e promette “magia”… ma diciamo pure che la magia non è quella che si fa con la bacchetta di Harry Potter. 2. “Dell’Ah Vengo” di MySecretCase: il più ironico e inclusivo Il nome è già un capolavoro di marketing. Il Calendario dell’Ah Vengo 2025 di MySecretCase è un’esperienza a metà tra il piacere e la comicità romantica. Dentro ci trovi accessori, giochi, oli e sorprese gender free, pensate per coppie etero, queer o semplicemente curiose.Perfetto per chi vuole un Avvento che alterni candele profumate e momenti di estasi mistica (senza messa di mezzanotte). 3. “Satisfyer Premium” di CinnamoonLove: lusso e tecnologia sotto l’albero Chi pensa che i giocattoli siano solo per bambini, non ha ancora visto il Satisfyer Calendario dell’Avvento Premium 2025.Questo è per veri intenditori: 24 regali high-tech tra vibratori, stimolatori, e accessori in silicone medico. È il tipo di calendario che probabilmente fa più rumore del vostro presepe, ma sicuramente regala più sorrisi. BONUS: il calendario del Vaticano (giuro che esiste) segnalato da Oriana Turus E per chi, nonostante tutto, vuole restare spiritualmente coerente, ecco l’alternativa: il Calendario Romano, con dodici mesi di… preti. Sì, avete letto bene.Non contiene né sex toys né lingerie, ma in compenso regala sguardi intensi di seminaristi fotogenici che fanno concorrenza a Netflix. Perfetto da appendere accanto al presepe, per ricordarsi che anche la fede, a modo suo, sa essere molto tentatrice. Scopri Land Magazine admin Ottobre 11, 2025 La nuova (e piccantissima) tendenza natalizia: i calendari dell’Avvento sexy per coppie Dimenticate le finestrelle con i cioccolatini e le renne sorridenti: il Natale 2025 sarà bollente come una sauna finlandese. Da qualche anno a questa parte, i calendari dell’Avvento sexy per Read More Silvia Dal cin Ottobre 10, 2025 MA CHI CI PENSA AI CAREGIVER? Oggi, 10 ottobre, è la Giornata Mondiale della Salute Mentale. Quando si pensa alla salute, si pensa sempre ai pazienti. E le persone che si occupano di loro? Sono i Read More Lorenzo Foschi Ottobre 10, 2025 Giappone360: Quella bici che ho preso ad Osaka A CURA DI I LIBRI DI LORENZO FOSCHI Lathar Lathar – Zero Piacere, sono Lorenzo!Italianissimo, genovese, e da sempre appassionato del Giappone. Ho incontrato questa cultura per la prima volta Read More admin Ottobre 9, 2025 Come nasce il senso di colpa nelle donne Il senso di colpa è una delle emozioni più pervasive e sottili nella vita delle donne. Cresciute in una società che da secoli assegna loro il ruolo di custodi, madri, Read More Silvia Dal cin Ottobre 9, 2025 Addio a Donatella Ziliotto, che portò Pippi Calzelunghe in Italia ” La casa editrice Salani, Gruppo editoriale Mauri Spagnol, saluta commossa Donatella Ziliotto, scrittrice, traduttrice, storica editor e fondatrice della collana Gl’Istrici”. È mancata oggi Donatella Ziliotto, che io conosco Read More Oriana Turus Ottobre 9, 2025 A teatro con Land Magazine: Emma by Jane Austen A CURA DI ENGLISH LIFE, YES OR NOT? è la rubrica che ti porta dritto dritto nelle tradizioni e nella vita quotidiana inglese, tra pro e contro, elementi irrinunciabili e Read More Silvia Dal cin Ottobre 9, 2025 Vajont – la strage degli innocenti Il disastro del Vajont. Era la sera del 9 ottobre 1963; nel bacino artificiale del torrente Vajont, situato nella valle che porta il suo nome (al confine tra le province di Belluno e Read More admin Ottobre 7, 2025 Presentazione del romanzo storico “In fuga da Settembre” di NeomeniaVilla Fortuna – Aci Trezza (CT), 13 ottobre 2025 ore 16:00 📖 Domenica 13 ottobre, alle 16:00, nella splendida cornice di Villa Fortuna (Aci Trezza, CT), Neomenia incontrerà i lettori per raccontare la sua opera.A dialogare con lei la scrittrice Manuela Read More Silvia Dal cin Ottobre 7, 2025 Mr Peanuts è italiano. 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Giappone360: Quella bici che ho preso ad Osaka

A CURA DI I LIBRI DI LORENZO FOSCHI Lathar Lathar – Zero Piacere, sono Lorenzo!Italianissimo, genovese, e da sempre appassionato del Giappone. Ho incontrato questa cultura per la prima volta attraverso il karate, grazie a una tradizione di famiglia di cui vi parlerò in futuro. Da bambino ho iniziato con anime e manga, e col tempo mi sono innamorato di un mondo che, però, ho capito presto di non dover idealizzare. Alla fine ho avuto la fortuna di andarci di persona e di stringere amicizie con diversi giapponesi con cui mantengo ancora oggi rapporti regolari. Nel frattempo studio con calma la lingua e sento sempre più il desiderio di raccontarvi, attraverso vari episodi, un Paese affascinante e complesso, pieno di sfaccettature e contraddizioni. È davvero il Paese perfetto?O piuttosto un luogo dove è facile vivere, ma difficile respirare?Forse la verità sta nel mezzo… ma in quale forma? Scopritelo insieme a me in questo viaggio, in particolare in questo primo episodio!E, piccola curiosità: il protagonista del mio primo libro fantasy (Lathar) si chiama Hito (una parola giapponese…), mentre la protagonista del secondo (Lathar Zero) porta il nome Nagisa. Chissà cosa significherà? Giappone360: Quella bici che ho preso ad Osaka Ogni viaggio in Giappone è fatto non solo di grandi templi e skyline ultramoderni, ma anche di minuscoli episodi quotidiani che raccontano più di mille guide turistiche. Uno di questi momenti può nascere quasi per caso, come una semplice pedalata tra le strade di Osaka, e trasformarsi in una finestra privilegiata sulla cultura del Paese. Un incontro inizialmente diffidente Nell’ultima giornata trascorsa a Osaka, ho deciso di separarmi dal gruppo per dedicarmi a un piccolo desiderio personale: affittare una bicicletta e perdermi tra i quartieri della città. Niente di pianificato, solo la voglia di esplorare senza meta. Mi imbatto così in un piccolo chiosco di noleggio bici e mi avvicino.Fin da subito capisco che la comunicazione non sarà semplice: i proprietari parlano soltanto giapponese e conoscono pochissime parole di inglese. Io, dall’altra parte, sono un giovane occidentale alto e senza barba,  l’avevo rasata da poco, vestito con una camicia piuttosto sgargiante. Non proprio l’immagine dell’affidabilità agli occhi di chi mi ha davanti.Provo ad attaccare conversazione con qualche parola in giapponese, un semplice eigo ga hanasemasu ka? (“Parli inglese?”), ma la risposta è incerta, quasi inesistente. La situazione resta un po’ tesa: ci capiamo a gesti, con qualche sorriso e molte esitazioni. “Italia” cambia tutto Poi, accade qualcosa di sorprendente. Mi chiedono il passaporto per fare una fotocopia, come prassi per il noleggio, e appena leggono la parola “Italia” l’atmosfera cambia completamente. I volti si distendono, i sorrisi si fanno sinceri, la curiosità prende il posto della diffidenza.Mi ringraziano più volte, mi chiedono da quanto tempo sono in Giappone, cosa sto visitando e, dettaglio che mi colpisce davvero, vogliono perfino che mostri loro Genova sulla mappa. In pochi minuti, quel muro invisibile costruito dalla barriera linguistica e dalla diffidenza iniziale si sgretola, lasciando spazio a un’ospitalità genuina. Gentilezza che diventa cura del dettaglio Quello che succede dopo è un piccolo esempio del modo giapponese di accogliere. Non si limitano a consegnarmi la bici: mi accompagnano all’esterno e iniziano a spiegarmi tutto nei minimi dettagli. Mi mostrano come regolare l’altezza del sellino, come funzionano le marce e i freni, come usare il cavalletto, e mi fanno fare alcune prove per assicurarsi che sia tutto chiaro.Ma non si fermano qui. Mi illustrano le principali regole per circolare in città: ricordarmi che in Giappone si guida a sinistra, spiegarmi i cartelli che vietano il parcheggio delle bici, le aree da evitare e i percorsi più comodi per pedalare in sicurezza. Perfino un piccolo giro di prova prima di partire, quasi fosse una mini-lezione personalizzata. Un’esperienza semplice che racconta molto Il tutto per un prezzo quasi simbolico: appena 300 yen, circa 1 euro e 70 centesimi, per due ore di noleggio. Ma il vero valore di quell’esperienza va ben oltre la cifra. In quei minuti ho sentito tutta la complessità del Giappone: la riservatezza iniziale, la curiosità sincera, la cura per i dettagli, l’orgoglio nel mostrare le proprie regole e il piacere nel condividere qualcosa con uno straniero.È stato un episodio minuscolo, forse, ma racchiude l’essenza di ciò che rende il Paese così speciale: quella miscela di formalità e calore, distanza e accoglienza, che si manifesta nei gesti più semplici. Come affittare una bicicletta e partire alla scoperta di Osaka, con il vento in faccia e il sorriso di chi, per un attimo, ha deciso di fidarsi di te.

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Come nasce il senso di colpa nelle donne

Il senso di colpa è una delle emozioni più pervasive e sottili nella vita delle donne. Cresciute in una società che da secoli assegna loro il ruolo di custodi, madri, figlie, compagne perfette, molte donne si ritrovano intrappolate in un meccanismo invisibile ma potente: la colpa di non essere “abbastanza”.Abbastanza buone, abbastanza forti, abbastanza dolci, abbastanza conformi a un modello imposto. Le radici culturali del senso di colpa femminile Questo sentimento non nasce dal nulla: è il prodotto di secoli di educazione, religione e cultura patriarcale. Le donne sono state abituate a chiedere scusa per la propria forza, la propria ambizione, persino per la propria rabbia.Il senso di colpa è diventato una voce interiore costante, una presenza che giudica e punisce anche quando non ce n’è motivo. È quella sensazione che si insinua dopo ogni “no”, ogni scelta personale, ogni momento di libertà.   La Chiesa e la nascita del senso di colpa femminile Per comprendere la profondità del senso di colpa femminile bisogna guardare alla storia e, inevitabilmente, al ruolo della Chiesa.Per secoli la dottrina cristiana ha costruito un’immagine della donna associata alla colpa originaria, quella di Eva: colei che ha tentato, disobbedito e trascinato l’uomo nel peccato.  Da quel momento simbolico, la figura femminile è stata letta attraverso la lente della tentazione e della redenzione. Alla donna veniva chiesto di essere pura come la Vergine Maria, devota, silenziosa, sottomessa – e di espiare la colpa di Eva con la modestia, la maternità e la rinuncia. Il risultato? Una cultura che ha interiorizzato la colpa come parte integrante dell’identità femminile. La spiritualità è diventata un terreno dove la donna si è sentita costantemente in debito: con Dio, con la società, con se stessa. La Chiesa e la nascita del senso di colpa femminile Per comprendere la profondità del senso di colpa femminile bisogna guardare alla storia e, inevitabilmente, al ruolo della Chiesa.Per secoli la dottrina cristiana ha costruito un’immagine della donna associata alla colpa originaria, quella di Eva: colei che ha tentato, disobbedito e trascinato l’uomo nel peccato.  Da quel momento simbolico, la figura femminile è stata letta attraverso la lente della tentazione e della redenzione. Alla donna veniva chiesto di essere pura come la Vergine Maria, devota, silenziosa, sottomessa – e di espiare la colpa di Eva con la modestia, la maternità e la rinuncia. Il risultato? Una cultura che ha interiorizzato la colpa come parte integrante dell’identità femminile. La spiritualità è diventata un terreno dove la donna si è sentita costantemente in debito: con Dio, con la società, con se stessa. Lois e il dubbio di essere una strega Nel romanzo La strega Lois, questo tema emerge con forza simbolica. Lois, la protagonista, incarna la donna che si interroga sulla propria identità e sul proprio potere. Alla fine del libro il suo dubbio più grande non è tanto se sia realmente una strega, ma se abbia il diritto di essere diversa.È un dubbio che va oltre la narrazione: rappresenta la paura di ogni donna di essere giudicata, esclusa, colpevole semplicemente per aver osato essere sé stessa. La strega come simbolo di potere e libertà La figura della strega, nella letteratura e nella storia, è da sempre legata al potere femminile. Una donna che conosce, che decide, che non chiede permesso. Ed è proprio questo a far paura. Lois, nel suo turbamento finale, ci mostra il conflitto interiore di molte donne contemporanee: voler essere libere ma sentirsi in colpa per esserlo.Essere “strega”, nel senso più profondo significa riconoscere e accettare il proprio potere. Ma per farlo bisogna prima attraversare il senso di colpa, guardarlo in faccia e comprenderne l’origine. Liberarsi dalla colpa: un atto di ribellione Liberarsi dal senso di colpa significa non liberarsi delle proprie responsabilità, ma smettere di chiedere perdono per esistere. È un atto di ribellione silenzioso ma potentissimo.Il vero coraggio oggi sta nel dire ‘non voglio più scusarmi per la mia voce, per la mia forza e per la mia verità.’Quando le donne smetteranno di domandarsi se “possono” essere libere, inizieranno davvero a esserlo. Scopri Land Magazine admin Ottobre 9, 2025 Come nasce il senso di colpa nelle donne Read More Silvia Dal cin Ottobre 9, 2025 Addio a Donatella Ziliotto, che portò Pippi Calzelunghe in Italia ” La casa editrice Salani, Gruppo editoriale Mauri Spagnol, saluta commossa Donatella Ziliotto, scrittrice, traduttrice, storica editor e fondatrice della collana Gl’Istrici”. È mancata oggi Donatella Ziliotto, che io conosco Read More Oriana Turus Ottobre 9, 2025 A teatro con Land Magazine: Emma by Jane Austen A CURA DI ENGLISH LIFE, YES OR NOT? è la rubrica che ti porta dritto dritto nelle tradizioni e nella vita quotidiana inglese, tra pro e contro, elementi irrinunciabili e Read More Silvia Dal cin Ottobre 9, 2025 Vajont – la strage degli innocenti Il disastro del Vajont. Era la sera del 9 ottobre 1963; nel bacino artificiale del torrente Vajont, situato nella valle che porta il suo nome (al confine tra le province di Belluno e Read More admin Ottobre 7, 2025 Presentazione del romanzo storico “In fuga da Settembre” di NeomeniaVilla Fortuna – Aci Trezza (CT), 13 ottobre 2025 ore 16:00 📖 Domenica 13 ottobre, alle 16:00, nella splendida cornice di Villa Fortuna (Aci Trezza, CT), Neomenia incontrerà i lettori per raccontare la sua opera.A dialogare con lei la scrittrice Manuela Read More Silvia Dal cin Ottobre 7, 2025 Mr Peanuts è italiano. Dal nord est all’America per scappare dalla povertà. Mr. Peanut è il logo pubblicitario e la mascotte di Planters, un’azienda americana di snack di proprietà di Hormel . È un’arachide antropomorfa, nel suo guscio, che indossa l’abito formale Read More admin Ottobre 6, 2025 Giovani europei, pronti a volare dal nido? Dipende dal Paese (e dal coraggio) C’è chi a 18 anni fa le valigie, chi a 30 ancora litiga con la madre per il telecomando del salotto.Benvenuti in Europa, il continente dove l’“età in cui si Read More Oriana Turus Ottobre 6, 2025 Halloween con Land Magazine: la nostra playlist A CURA DI ENGLISH LIFE, YES OR NOT? è

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Mr Peanuts è italiano. Dal nord est all’America per scappare dalla povertà.

Mr. Peanut è il logo pubblicitario e la mascotte di Planters, un’azienda americana di snack di proprietà di Hormel . È un’arachide antropomorfa, nel suo guscio, che indossa l’abito formale di un gentiluomo vecchio stile , con un cappello a cilindro , un monocolo , guanti bianchi, ghette e bastone. Si dice che sia di origine britannica e il suo vero nome sia Bartholomew Richard Fitzgerald-Smythe 🤫😉 Allora perché dico che è italiano? Per due motivi: Uno – Mr. Peanuts è stato creato da Antonio Gentile, studente che nel 1916 presentò i suoi disegni a un concorso di design (fu lui a pensare per primo ad una arachide antropomorfa). Il suo progetto venne scelto e l’artista commerciale Wallach aggiunse poi monocolo, cilindro e bastone. Gentile e la sua famiglia ricevettero 5$ per la vittoria del concorso. Ma soprattutto fecero amicizia con il motivo numero Due per il quale dico che Mr Peanuts è italiano. Diventarono amici di Amedeo Obici, che pagò la retta scolastica a Antonio Gentile e ai suoi fratelli. Grazie a Amedeo, Antonio si laureò in medicina. Ma chi era Amedeo Obici? Il motivo numero Due – Amedeo nacque in Italia, in Veneto, a Oderzo (TV). Rimasto prematuramente orfano di padre, viveva insieme con la madre, il fratello e le due sorelle. Venne invitato a emigrare negli Stati Uniti. Lo zio, la moglie e i figli lo aspettavano infatti in Pennsylvania. Una volta giunto a Brooklyn nel marzo 1889, dopo il viaggio in nave dalla Francia, prese il treno verso Scranton, dove vivevano gli zii. Scese però alla fermata sbagliata, a Wilkers-Barre, sempre in Pennsylvania. Qui venne ospitato da un’altra famiglia italiana, i Musante, fruttivendoli. Mentre cercava di mettersi in contatto con gli zii, si innamorò della figlia dei Musante, Louise. Raggiunse gli zii ma poi tornò dalla sua innamorata, che sposò nel 1916. Divenne fruttivendolo come il suocero e imparò l’inglese alla scuola serale. Ma cosa c’entra Amedeo con Mr. Peanuts? Il suocero aveva in negozio una tostatrice per arachidi; Amedeo se ne costruì una artigianale e acquistò un carretto per vendere arachidi. Per vendere di più, si inventò un concorso nascondendo nei sacchetti le lettere del suo cognome, O, B, I e C. C’era solo una O ogni 50 sacchetti, che permetteva di vincere un orologio. Nel 1897 si mise in società con un altro italiano, Mario Peruzzi, grossista di alimentari. Fondarono insieme la Planters Peanuts Company nel 1906 e nel 1930 possedevano già quattro stabilimenti. Grazie al loro metodo innovativo di sbucciatura e bollitura delle arachidi, potevano offrire ai clienti arachidi tostate pulite. Il successo arrivò soprattutto grazie alle loro idee di marketing, come aveva già fatto con le lettere nei sacchetti: fortunata fu l’introduzione pubblicitaria della mascotte, Mr. Peanuts! L’azienda prosperò. Amedeo e Louise non ebbero figli ma si presero cura della loro comunità con amore parentale. Grazie a loro fu costruito un ospedale lungo la Route 460, ma anche uno in Italia proprio a Oderzo (TV) la città Natale di Amedeo. Una statua di Mr Peanuts, la loro mascotte, è esposta a Suffolk, dove vivevano, mentre una sembra essere stata regalata alla città di Oderzo (non ho ancora capito bene dove sia stata posta, ma andrò in esplorazione per voi e vi farò sapere!) (voci di corridoio mi dicono sia proprio nel cortile della scuola a lui dedicata). Curiosità:

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Giovani europei, pronti a volare dal nido? Dipende dal Paese (e dal coraggio)

C’è chi a 18 anni fa le valigie, chi a 30 ancora litiga con la madre per il telecomando del salotto.Benvenuti in Europa, il continente dove l’“età in cui si va a vivere da soli” è un perfetto termometro culturale, economico e… del grado di attaccamento alla lavatrice di mamma. 🏠 La media europea: 26 anni (più o meno quando ti stufi del Wi-Fi di casa)   Secondo Eurostat 2024, i giovani dell’Unione Europea lasciano il nido familiare a un’età media di 26,2 anni.Un’età rispettabile, giusto a metà strada tra “ho bisogno di libertà” e “non posso permettermi l’affitto”.Ma attenzione: questa è solo una media aritmetica, quindi nasconde differenze abissali. 🇸🇪 I nordici: indipendenti a 21 anni e mezzo (forse per sfuggire al buio) In Svezia, Finlandia e Danimarca, i ragazzi escono di casa intorno ai 21-22 anni.Sì, proprio quando da noi si inizia a discutere se iscriversi all’università o no.La ragione? Sistemi di welfare efficienti, stipendi dignitosi e – diciamocelo – una certa voglia di vivere senza testimoni ogni sbronza invernale. 🇮🇹 Il Sud Europa: casa dolce casa (fino a 30 anni suonati) In Italia, l’età media per andare a vivere da soli è di circa 30 anni.Siamo secondi solo a Croazia e Serbia, dove si sfiora quota 31-32.E no, non è (solo) colpa della mamma che “ti fa trovare la pasta pronta”:sono i prezzi degli affitti, la precarietà lavorativa e quella sindrome mediterranea per cui “tanto si sta bene così”. In Spagna la musica è simile: età media 30 anni, con grande coerenza iberica e qualche chitarra flamenca in sottofondo.In Grecia, 30,7. In Portogallo, poco meno.Praticamente, nel Sud Europa i figli vanno via da casa più tardi di quanto alcuni politici lascino la poltrona. 🇩🇪 I tedeschi? Puntuali anche nel trasloco In Germania, l’età media è di 23,9 anni: precisi, organizzati e già con il contratto d’affitto in mano mentre noi ancora cerchiamo le chiavi della cantina.Nel Regno Unito e in Francia la situazione è simile: 24-25 anni.A quanto pare, oltre Manica e Reno si preferisce la libertà… anche se significa cucinare da soli. 👩‍❤️‍👨 Donne vs. uomini: chi lascia prima?   Altro dato curioso: secondo Eurostat, le donne se ne vanno di casa circa due anni prima degli uomini.Forse perché più indipendenti, forse perché non vogliono più condividere il bagno con un fratello adolescente.Fatto sta che gli uomini europei si decidono in media solo a 27,3 anni.   Scopri Land Magazine admin Ottobre 6, 2025 Giovani europei, pronti a volare dal nido? Dipende dal Paese (e dal coraggio) Read More admin Ottobre 6, 2025 Nora Barnacle, la musa e compagna eterna di James Joyce Dietro ogni grande scrittore si cela spesso una figura silenziosa, una presenza costante che alimenta l’ispirazione e sostiene il cammino creativo. Per James Joyce, quel ruolo fu incarnato da Nora Read More admin Ottobre 3, 2025 Le Regine d’Italia: corone, drammi e pettegolezzi da palazzo Quando pensiamo all’Italia regale, viene in mente il Re Vittorio Emanuele II, il “padre della patria”. Ma ehi, dietro ogni re c’è sempre una regina. E quelle d’Italia non hanno Read More Lorenzo Foschi Settembre 30, 2025 Giovani autori – episodio 8 A CURA DI I LIBRI DI LORENZO FOSCHI Fai clic qui https://www.landeditore.it/wp-content/uploads/2025/09/8.mp4 Read More admin Settembre 30, 2025 Pink Christmas 2025 a Piano di Sorrento: protagoniste le autrici Miriana Vitulli, Fion Elgee e Isabella Vinci Piano di Sorrento (Na), 6 dicembre 2025 – La penisola sorrentina si prepara ad accogliere la magia del Natale con Pink Christmas 2025, l’evento ideato da Pink Lab che unisce Read More admin Settembre 29, 2025 Lucia Joyce: vita spezzata e rapporto complesso con la madre Nora Barnacle La vita di Lucia Joyce, figlia del grande scrittore irlandese James Joyce, è una storia segnata dal talento, dalla fragilità e da un destino doloroso. Danzatrice dotata, donna inquieta e Read More admin Settembre 28, 2025 Quando i pantaloni decisero di farsi indossare dalle donne (tra scandali, rivoluzioni e sfilate) Oggi sembra normale vedere una donna in jeans skinny, palazzo o cargo a vita bassa (sì, purtroppo stanno tornando). Ma non sempre è stato così. La storia dei pantaloni femminili Read More Silvia Dal cin Settembre 26, 2025 SIAMO TUTTI SUPER EROI, soprattutto se aiutiamo gli altri. (…)C’è una cosa che accomuna molti supereroi: non sanno di esserlo fin dall’inizio. Lo scoprono poco a poco, lungo un percorso fatto di ostacoli, tentativi, piccole conquiste. È lo stesso Read More admin Settembre 26, 2025 Nostradamus a Torino: tra profezie, magie e un re molto curioso Correva l’anno 1556 e il celebre astrologo, medico e veggente francese Michel de Nostredame, in arte Nostradamus, fu invitato a Torino. A chiamarlo fu Emanuele Filiberto di Savoia, detto “Testa Read More admin Settembre 25, 2025 L’ombra di Lucia Joyce di Ingrid Sciuto al Mondadori Bookstore di Catania Il 28 settembre alle ore 17:30, presso il Mondadori Bookstore di Catania in Via Gabriele D’Annunzio 115, si terrà la presentazione del libro L’ombra di Lucia Joyce di Ingrid Sciuto.La Read More

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