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25 novembre

25 Novembre: Ascoltare, riconoscere, lasciare spazio

A CURA DI I LIBRI DI LORENZO FOSCHI Lathar Lathar – Zero In una redazione come la nostra, composta in gran parte da donne, sento ancora di più la responsabilità, come uomo, di fermarmi, ascoltare e riflettere. Il 25 novembre non è una ricorrenza “delle donne”, ma un impegno che riguarda tutti, in modo particolare noi uomini. Significa osservare i nostri comportamenti, riconoscere dinamiche sbagliate e non voltare lo sguardo quando cogliamo segnali preoccupanti negli amici, nei colleghi, nelle persone che frequentiamo ogni giorno. È un processo che parte dall’ascolto e arriva al cambiamento. Anche nel mio libro Lathar Zero ho cercato di affrontare il tema della violenza di genere, dello stupro e delle molestie in strada che troppe donne subiscono. Scrivere di questi temi significa prendere posizione, assumersi delle responsabilità e continuare a imparare. Per questo oggi preferisco lasciare spazio alle parole di una giovane donna che stimo profondamente e che ho la fortuna di avere accanto nella vita, Beatrice Papei Allori, Alfiere della Repubblica, che con il suo impegno ricorda a tutti noi quanto la memoria e la consapevolezza siano strumenti concreti contro la violenza. Riporto le sue parole: «Ciao, sono Beatrice Papei Allori, ho 20 anni e da due anni mi occupo di parlare di partigiane su Instagram. Ho preso questa decisione dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin, per parlare dell’importanza che hanno avuto le donne nella storia, utilizzando le tematiche che conosco meglio.Oggi 25 novembre ci tengo a sottolineare quanto anche la memoria storica sia importante per combattere la violenza contro le donne, così come la consapevolezza.»

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25 novembre: 5 scrittrici che hanno rivoluzionato la narrativa

Il 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, rappresenta un momento di riflessione profonda, ma anche di celebrazione della forza creativa femminile. La letteratura è da sempre uno spazio di resistenza e rinascita, e molte scrittrici hanno trasformato la parola in un atto di libertà, rompendo silenzi, sovvertendo schemi e offrendo nuove visioni del mondo. In questo articolo ricordiamo cinque autrici che hanno rivoluzionato la narrativa, lasciando un’impronta indelebile nella storia culturale globale. 1. Virginia Woolf – La rivoluzione del pensiero interiore Con opere come Mrs Dalloway e Al faro, Virginia Woolf ha cambiato per sempre il romanzo moderno. Il suo celebre flusso di coscienza ha permesso di esplorare la mente umana con una sensibilità e una profondità mai viste prima. I suoi saggi, tra cui Una stanza tutta per sé, restano pietre miliari nella riflessione sul ruolo delle donne nella cultura. 2. Toni Morrison – Il potere della memoria afroamericana Prima donna afroamericana a vincere il Premio Nobel per la Letteratura, Toni Morrison ha dato voce a storie che per troppo tempo erano state taciute. Romanzi come Beloved affrontano i traumi della schiavitù e della discriminazione con una potenza lirica straordinaria. La sua scrittura ha ampliato i confini della narrativa americana e globale. 3. Elena Ferrante – L’autenticità che conquista il mondo La misteriosa identità dietro lo pseudonimo non ha fatto che rinforzare il mito di Elena Ferrante, che con la tetralogia de L’amica geniale ha rivoluzionato la narrativa contemporanea italiana. Le sue storie raccontano con crudezza, verità e profondità emotiva l’amicizia femminile, il legame con le origini, la trasformazione personale. 4. Mary Shelley – La madre della fantascienza A soli 18 anni, Mary Shelley scrisse Frankenstein, un capolavoro che segna di fatto l’inizio della narrativa fantascientifica. La sua visione anticipò temi modernissimi: la responsabilità della scienza, il rapporto tra creatore e creatura, la solitudine del diverso. Un’opera rivoluzionaria che continua a generare riflessioni etiche e culturali. 5. Clarice Lispector – La rivoluzione della parola Considerata una delle voci più originali del Novecento, Clarice Lispector ha trasformato la scrittura in un’esperienza sensoriale e filosofica. Le sue opere, spesso incentrate su momenti minimi e introspezioni improvvise, frantumano le convenzioni del romanzo tradizionale, aprendo nuovi orizzonti espressivi. Scopri Land Magazine admin Novembre 25, 2025 25 novembre: 5 scrittrici che hanno rivoluzionato la narrativa Il 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, rappresenta un momento di riflessione profonda, ma anche di celebrazione della forza creativa femminile. 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30 ANNI DI “VERSO L’INFINITO E OLTRE!”

Uscito nelle sale americane il 22 novembre 1995, Toy Story è un classico senza tempo. Ha sfornato citazioni importanti, che ancora oggi si usano come “Verso l’infinito e oltre!” e creato giochi tematici per tutte le età com “Andy is coming!”. La scritta Andy sotto lo stivale di Woody è diventata iconica ed evocativa, tanto che all’ultimo Sanremo, quando Lucio Corsi l’ha riproposta, la citazione è stata subito colta da tutti. Primo film Pixar, ancora oggi super conosciuto, anche grazie ai capitoli successivi. Ci ha mostrato ciò che i bambini spesso si chiedono: cosa fanno i giocattoli quando nessuno ci gioca? Quando nessuno li guarda, si muovono? Hanno loro caratteri e volontà personali? Primo film tridimensionale, realizzato con CGI, è stato il punto di svolta. Ma perché ancora oggi è amato? Perché è un inno all’amicizia, perché ci porta in quella atmosfera fantastica dell’immaginario dei bambini. Ma anche perché ci dimostra che il legame tra un bambino e i suoi giocattoli è speciale e nutrito dalla fantasia. Poi Toy Story ci ricorda una cosa: nessuno viene abbandonato, nessuno rimane indietro. Non dobbiamo avere paura che qualcuno ci “rimpiazzi”, in un cuore grande c’è posto per tutti. Ed è una conferma che spesso ai bambini serve, quando arrivano fratellini, sorelline, nuovi compagni.

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La cuffietta: da Jane Austen a Elizabeth Gaskell

Di Cristina Ferri Libri di Cristina Ferri Fai clic qui Passeggiare senza l’ombrellino, uscire senza la cuffietta o senza chaperon, o entrambe le cose, essere cacciate da una casa senza nemmeno essere accompagnate da una carrozza privata, declinare inviti mondani o giocare con il cibo a tavola sparpagliandolo ovunque erano solo alcune di quelle che venivano ritenute “una grave infrazione del ton”, ma vediamo insieme cos’era la cuffietta e come veniva utilizzata nell’Ottocento. La cuffietta Di lino, ornata di pizzi e merletti, qualsiasi dama rispettabile veniva vista con una cuffietta sulla testa. I nipoti di Jane Austen ci dicono che sua zia era solita indossarla frequentemente. Jane vedeva la cuffietta come un simbolo di libertà personale: libertà di coprire i capelli sporchi se non si aveva voglia di lavarli; libertà di uscire senza impiegare ore in acconciature elaborate. Da simbolo di libertà a rottura degli schemi. Margaret, la protagonista di Nord e Sud di Elizabeth Gaskell, davanti a una scena di grande tensione emotiva si strappa la cuffia con le mani per poter ascoltare meglio. Quel pezzo di stoffa diventa la barriera che le impedisce di ascoltare, di prendere parte agli eventi. Il signor Thornton è in cima alle scale, davanti a una folla imbestialita di operai in sciopero, e quel gesto all’apparenza sciocco e frivolo, di togliersi la cuffietta, diventa un simbolo di ribellione. Margaret non vuole rimanere in casa, al riparo dagli eventi. Vuole essere parte attiva, non può volgere lo sguardo dall’altra parte. Lei è una donna e, in quanto tale, chiede di non essere messa in un angolo a fare da tappezzeria.

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Errori da non commettere nelle relazioni (seguendo Jane Austen)

Di Cristina Ferri Libri di Cristina Ferri Fai clic qui LEGGI ANCHE Vi frequentate da poco, lui non ci pensa minimamente a mettere la fede al dito, e tu non hai alcuna voglia di perdere la tua indipendenza né tantomeno le tue abitudini. Ma come comportarsi davanti ad alcune situazioni di tentennamento in cui lui sembra volersi prendere gioco di te? Jane Austen, in un’epoca così lontana dalla nostra, ci parla di relazioni, e ci presenta alcuni elementi che possono rivelarsi tossici quali una prima impressione sbagliata o il non sapere ciò che si vuole. Prima impressione sbagliata Un abito scelto con cura, quel paio di tacchi scomodi ma tuttavia favolosi che tieni chiusi nella scatola per paura di sciuparli, un buon profumo e il giusto taglio di capelli possono senza dubbio essere un ottimo requisito per fare una buona impressione al primo appuntamento. Persino Marianne è indecisa su quale abito di mussola indossare… Tuttavia, l’aspetto estetico non basta per definire una persona, così come “il sentito dire”. Non possiamo precluderci una conoscenza ancora prima di aver passato una serata insieme a qualcuno. Il basarsi sulla storia raccontata da una nostra amica o da un certo Tal de Tali non può essere sufficiente. L’unico risultato che si ottiene è quello di un quadro errato della persona che abbiamo davanti. Lo sa bene Lizzie, la quale forma nella mente un profilo di Darcy del tutto sbagliato. Dunque, perché distruggere tutto e fermarci alla prima impressione? Non sapere ciò che si vuole L’appuntamento è andato bene, sei emozionata e non sai se vi rivedrete. Ma forse dopo tanti anni passati a cercare la persona giusta adesso hai il terrore di rinunciare alla tua indipendenza. Non sapere ciò che si vuole è senza dubbio il primo errore nel quale si può cadere all’inizio di una relazione. Vediamo Jane Austen, ad esempio. Edmund non sa chi corteggiare, e questo produce un unico risultato: quando si trova davanti la ragazza che gli piace sul serio, non viene creduto. Frivolezza nei rapporti Il bel Willoughby accantona l’inizio di una conoscenza solo per vanità ed egocentrismo. Dopotutto Marianne la conosce da poco, con lei si è divertito, ma adesso basta: è ora di guardare al futuro, e l’incontro con una donna più ricca, dunque meno “complicata” di lei gli fa accantonare la relazione. Risultato: una volta raggiunto il suo obiettivo, si rende conto di aver buttato alle ortiche una relazione che avrebbe potuto anche divenire importante. L’ascolto delle malelingue Se non vuoi gettarti sul letto in preda ai singhiozzi come la povera Marianne o chiuderti in camera come Anne Elliot per paura di incontrare la persona che ti sei fatta sfuggire a causa della persuasione allora smettila di ascoltare il giudizio degli altri. Ti fa stare bene? Al diavolo le malelingue.

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